Filarmonica, ghiotto menù

La settimana scorsa è stata “svelata” la Stagione dei concerti per il 2017. E quello che potrebbe sembrare un elemento di routine, dove in maniera quasi automatica si reitera quanto si è sempre fatto in passato, si è rivelato, invece, un momento effervescente e denso di novità. Intanto, per gli elementi di bilancio sulla chiusura del 2016: un pubblico sempre in incremento, il 4% sulla Stagione, il 10% sui Concerti della domenica, tutto esaurito per ”Invito all’ascolto” e il massimo coinvolgimento sulle altre iniziative (“Fa-Re” dedicato agli studenti delle Medie, le serate Jazz o la Minifilarmonica); senza dire del nuovo pianoforte Steinway gran coda che ora troneggia sul palco della Sala di via Verdi ed è stato presentato al pubblico qualche mese fa.

Insomma il presidente Lorenzo Arnoldi ha avuto di che essere orgoglioso per una annata davvero “golosa”; e proprio sul filone culinario accennava come la Filarmonica si sia consolidata – e l’appoggio economico anche del Ministero lo dimostra in maniera eloquente – in credibilità esattamente come le migliori cucine in certi ristoranti offrono quella garanzia e quella affidabilità che attirano volentieri i clienti. Nondimeno potrebbe essere per la Società di concerti che vede – chef de rang – un direttore artistico notoriamente buongustaio, garante di pietanze sempre stuzzicanti quanto nutrienti. Proprio Antonio Carlini ha presentato il cartellone per il prossimo anno e per il quale gli abbonamenti se sono andati come neve al sole. E non poteva essere diversamente perché gli artisti che si alterneranno nella Casa della Musica in via Verdi sono gli stessi che calcano le scende dei teatri e sale da concerti più blasonati in Italia e in Europa, come The Filarmonics con un programma in stile viennese, quasi un capodanno ritardato ad arte, o due quartetti spagnoli (il Casals e il Quiroga) che porteranno pagine indimenticabili della musica da camera; senza dire dei giovani emergenti che già si stanno affermando nel mondo concertistico europeo come il pianista francese Bertand Chamayou – con un programma dedicato a Ravel e a Liszt – o come l’italo-tedesca Sophie Pacini, allieva della Argherich, che ci farà sognare tra i Notturni di Chopin e la “Waldstein” di Beethoven; o, ancora, il quartetto Jerusalem, formato da quattro musicisti israeliani che presenteranno un programma monografico su Dvoràk. Ma i fuochi d’artificio sembrano innarrestabili per lo staff della Filarmonica: porteranno a Trento Seong-Jin Cho (classe 1994), primo premio al Concorso Chopin di Varsavia nel 2015, la Kremerata Baltica, accompagnata per l’occasione – si festeggiano il ventennale della fondazione e i settant’anni del fondatore Gidon Kremer – dalla giovanissima Clara-Jumi Kang, violinista pluripremiata; anche gli amanti della musica antica troveranno di che soddisfare il proprio “palato” musicale perché in ottobre ci sarà Jordi Savall con Le Concert des Nations in un programma dedicato a Telemann nel duecentocinquantesimo della morte; e ancora: Avi Avital, israeliano di nascita ma formatosi al conservatorio di Padova, ci farà gustare la dignità e la nobiltà del mandolino accompagnato dal quartetto Kuss anche con una prima esecuzione di una pagina di Paolo Ugoletti appositamente commissionata dalla Filarmonica; a concludere, questo crescendo vertiginoso, Baida Skride, violinista lettone, porterà con altri quattro amici, i quintetti per archi di Mozart, Beethoven e Brahms. Questo e altro ci attendono in quel di via Verdi. Come dire: buon appetito!

Paolo Delama

 

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