Un’“Oasi di pace” che depotenzia il conflitto

Tra Gerusalemme e Tel Aviv, il villaggio cooperativo dove ebrei e palestinesi israeliani vivono insieme

“L’educazione è il nostro lavoro quotidiano, perché riteniamo che l’educazione porterà al cambiamento e alla nonviolenza”. A parlare è Rita Boulos, palestinese, direttrice dell’Ufficio Pubbliche relazioni del Villaggio cooperativo di Neve Shalom-Wahat As Salam (significa “Oasi di pace”, in ebraico e arabo). Fondato nel 1972 da un’idea del padre domenicano Bruno Hussar, ebreo-cristiano, il villaggio sorge su una collina a metà strada tra Gerusalemme e Tel Aviv ed è l’unico luogo in Israele nel quale famiglie ebree e palestinesi di cittadinanza israeliana, equamente divise dal punto vista numerico, hanno scelto di vivere insieme, dando vita a una scuola binazionale e bilingue, aperta ai bambini dei villaggi vicini.

Ciascun bambino, grazie alla compresenza di un insegnante ebreo e di uno arabo che parlano esclusivamente nella propria lingua madre, impara sia l’ebraico che l’arabo, e – attraverso la lingua – la storia e la cultura dell’“altra parte”.

Ad ascoltare Rita c’è un gruppo composto da 26 italiani, in visita durante un viaggio in Israele e Palestina organizzato dall’Associazione Italiana “Amici di Neve Shalom-Wahat As Salam” (www.oasidipace.org) dal 27 aprile al 4 maggio scorsi. Il viaggio, alla sua seconda edizione dopo l'ultimo realizzato nel 2012 in occasione del ventennale dell'Associazione, ha mostrato loro – attraverso l’aiuto di guide locali differenti, ebree e palestinesi, e l'incontro con associazioni che lavorano per il dialogo in vari ambiti – molteplici sguardi su una realtà complessa, segnata dal conflitto e divisa da un muro di separazione, fisico e spesso mentale.

"Parte integrante del sistema educativo del Villaggio sono la Scuola per la pace e il Centro Spirituale Pluralistico", continua Rita. La prima organizza seminari sul conflitto e corsi di formazione in cooperazione con alcune università israeliane: “Invitiamo giovani israeliani e palestinesi a venire e incontrarsi perché viviamo in un Paese piccolo, ma non abbiamo nessuna occasione per incontrarci e condividere qualcosa, e per questo abbiamo molti stereotipi rispetto all’altro”. Il secondo ha nella Dumia-Sakina, ossia “Casa del silenzio”, uno dei suoi luoghi-simbolo: è un edificio circolare, privo di simboli religiosi, nel quale ciascuno – ebreo, cristiano, musulmano o di altre fedi – può pregare in silenzio il proprio Dio.

A Neve Shalom-Wahat As Salam difficoltà, lunghe discussioni e fatiche quotidiane tra membri ebrei e palestinesi non mancano, anche perché forte è il lavoro di valorizzazione dell'identità di ciascuno. “Qui al Villaggio – ha spiegato uno dei suoi membri – impariamo ad accettare le nostre differenze e a rispettare ciascuna differenza. Senza avere paura dell’altra parte. Le differenze non sono delle minacce, ma arricchiscono la nostra vita: ampliano i nostri punti di vista e ci insegnano come vivere insieme e rispettare gli altri”.

Sul modello dell'approccio adottato nella scuola primaria del Villaggio sono sorte in Israele altre quattro scuole, e sempre più conosciuto, in altre zone di conflitto e non, è il metodo di educazione alla pace e gestione dei conflitti sperimentato qui.

A far conoscere e promuovere la realtà del Villaggio in Italia è l'Associazione Italiana Amici di Neve Shalom-Wahat As Salam, che si occupa di raccogliere fondi per sostenere le sue strutture educative, mettere in relazione il Villaggio con realtà italiane interessate ai suoi progetti, organizzare incontri pubblici e laboratori formativi sui temi della giustizia e della pace utilizzando il metodo educativo proposto nell’esperienza del Villaggio, inviare volontari. Nella consapevolezza che l'educazione sia l'unica via per la costruzione della convivenza e della pace.

Per informazioni si può vedere il sito del Villaggio (nswas.org), quello dell’Associazione Italiana Amici di Neve Shalom-Wahat As Salam (www.oasidipace.org) o scrivere all’indirizzo di posta elettronica: it@nswas.info.

Giulia Ceccutti

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