Cooperazione, un altro passo per la nuova legge

Sancito il principio che la cooperazione “per lo sviluppo sostenibile, i diritti umani e la pace” è "parte integrante e qualificante della politica estera dell'Italia"

Giovedì 17 luglio l’Assemblea della Camera – con 251 voti favorevoli, 72 astensioni e 2 voti contrari – ha approvato il disegno di legge sulla Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo, in un testo modificato rispetto a quello già approvato dal Senato lo scorso 25 giugno. Il provvedimento, che passa di nuovo all’esame dell’altro ramo del Parlamento, riforma integralmente il precedente assetto istituzionale della cooperazione allo sviluppo (legge 49 del 1987) ed adegua la normativa italiana ai nuovi principi ed orientamenti emersi nella Comunità internazionale sulle grandi problematiche dell’aiuto allo sviluppo negli ultimi venti anni. La riforma sancisce il principio secondo cui la cooperazione per lo sviluppo sostenibile, i diritti umani e la pace è “parte integrante e qualificante della politica estera dell’Italia”, modificando in questa prospettiva la denominazione stessa del Ministero degli Affari esteri, che assume la nuova denominazione di “Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale”.

La riforma della legge 49 era attesa da così tanto tempo che nessuno si è azzardato a metterla di nuovo a rischio. Una voce critica è quella del comboniano padre Alex Zanotelli, che dalle pagine di Nigrizia sintetizza la nuova legge quadro del governo Renzi con queste parole: “business-affari”. Osserva Zanotelli: “Nell’ultima legge-quadro sulla cooperazione, la 49 del 1987, il soggetto principale era il volontariato, nell’odierno disegno di legge il soggetto è diventato l’impresa. Questa legge fotografa bene l’ideologia portante del governo Renzi che va in Africa a promuovere il business di Eni”. E prosegue: “È possibile che in una legge del 2014, si usi ancora il linguaggio eufemistico e razzista di ‘paesi in via di sviluppo’? Com’è possibile ancora parlare di ‘sviluppo sostenibile’ davanti a una crisi ecologica spaventosa che ci attanaglia? La problematica ambientale è totalmente assente da questo disegno di legge. È possibile che i nostri legislatori non vedano le difficoltà del continente a noi più vicino, l’Africa, da dove arrivano sulle nostre coste, i naufraghi dello ‘sviluppo’? In una legge-quadro per la cooperazione, l’Africa non dovrebbe oggi essere una priorità? Ma è grave che il governo italiano si limiti a parlare di cooperazione, senza stanziare i fondi per tali politiche. L’Italia infatti è maglia nera rispetto agli impegni presi in sede Onu, con un budget dell’0,1% del Pil a fronte di un promesso 0,7% , il che rende il nostro paese non affidabile in chiave internazionale. Siamo, per esempio, in forte debito con il Fondo di lotta all’Aids, Tubercolosi e Malaria”. Dove trovare tali risorse in questo momento di crisi? “Meno armi (l’assurdità degli F-35 che ci costeranno 15 miliardi di euro) e più impegno nella lotta contro l’impoverimento”, suggerisce Zanotelli, che al governo Renzi chiede “di ritirare e di riscrivere questo disegno di legge che è uno schiaffo sia alla dignità del popolo italiano che alla dignità dei tre miliardi di impoveriti nel mondo”. Per aderire all’appello di Zanotelli: www.ildialogo.org/FormAdesioneAppelli.php?doc=DdlCooperazione.

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