Un Cenacolo nel deserto

Ha impiegato 25 giorni il container, partito da Genova, per arrivare in Perù, a Lima. All'interno, un depuratore per l’acqua. Così il sogno del francescano mons. Adriano Tomasi (Pachi), vescovo ausiliare di Lima, ha cominciato a concretizzarsi: “trasformare un suolo sabbioso in un luogo di incontro per i giovani”. Attorno a lui gravitano ragazzi usciti dalla tossicodipendenza che stanno entusiasmandosi nella nuova comunità che è sorta a un'ottantina di chilometri da Lima, in dodici ettari di zona desertica, tra l’oceano Pacifico e la cordigliera. Nel terreno, ricevuto in dono, dove è stata portata l’acqua da un canale di irrigazione, distante circa 400 metri, a formare un laghetto come riserva, sono sorti ora un gruppo di prefabbricati in legno, una cappella, il deposito che contiene l’apparecchiatura in acciaio con i filtri e le membrane per rendere potabile l’acqua.

L’associazione Comunità Cenacolo ha messo in campo la sua esperienza; i ragazzi, che a regime saranno una decina, ritrovano in questa comunità accogliente una speranza di vita anche lavorando attorno a questa macchina nel deserto, il cui funzionamento è stato loro spiegato dall’ing. Elena Bonadei (della ditta costruttrice “OB impianti” di Brescia che ha donato l’impianto), che con tanto entusiasmo si è recata sul posto a portarvi la tecnologia. L’assorbimento di energia è di un euro al giorno e si raccolgono tre metri cubi di acqua potabile all’ora. Alla prima prova di coltivazione seguirà il lavoro di fertilizzazione del terreno con il supporto di alcuni volontari dell’Università di Agraria di Lima. Il desiderio è quello di ricavare anche qualche utile dalla vendita di prodotti agricoli.

Il lavoro manuale e la preghiera sono i due ingredienti fondamentali attraverso i quali la Comunità Cenacolo accompagna i giovani ospiti nel percorso di recupero e di rinascita.

Sostengono il progetto “Nel deserto fiorirà la speranza” quattro associazioni: Missioni Francescane di Trento, l’associazione dei frati secolari, Gruppo Missionario di San Donà e Sat di Cognola. E anche la Provincia Autonoma di Trento supporta l’iniziativa con un sostegno finanziario per questa fase.

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