Lo sport è uguale per tutti

Lo “ius soli sportivo” approvato in via definitiva dal Parlamento è qualcosa più di una semplice legge, è un segnale forte che spinge per estendere e difendere il diritto allo sport

Un primo passo importante, una svolta incisiva che potrebbe cambiare volto al mondo dello sport italiano: il cosiddetto “ius soli sportivo” approvato in via definitiva dal Parlamento è qualcosa più di una semplice legge, è un segnale forte che spinge per estendere e difendere il diritto allo sport. Specialmente fra i più piccoli, visto che il passaggio cruciale riguarda la possibilità dei minori stranieri (residenti in Italia prima di aver compiuto 10 anni) di tesserarsi con le stesse procedure previste per i cittadini italiani.

Tesseramento che rimarrà valido anche dopo il raggiungimento della maggiore età, fino al completamento delle procedure per l'acquisizione della cittadinanza italiana. Un'azione di buonsenso accolta con favore dalle realtà regionali trentine coinvolte: “Non si tratta solo della semplice attività sportiva”, commenta il presidente del CONI Trentino Giorgio Torgler. “È un passo in avanti importante per quanto riguarda integrazione e uguaglianza sociale. Viviamo in un Paese dove spesso la burocrazia la fa da padrona, mi piace pensare che anche i minori stranieri possano accedere al mondo dello sport con le medesime procedure dei loro compagni di classe e di banco italiani. Il diritto allo sport, specialmente fra i più giovani, dev'essere sempre tutelato e garantito, e oggi assistiamo a una svolta importante, di modernità e apertura. Sono convinto – conclude Torgler – che anche qui in Trentino la nuova legge avrà effetti benefici sulla qualità dei rapporti sociali e sulla valorizzazione delle diversità”.

Anche perché, come ricordato da Tommaso Iori, presidente del comitato regionale di Uisp, Unione Italiana Sport per tutti, nel territorio trentino è in dirittura d'arrivo la nuove legge provinciale sullo sport: “Che sottolinea il valore sociale e culturale dell'attività sportiva: un ulteriore aiuto da parte della politica e delle istituzioni, ma credo che il passo in avanti più importante vada fatto in termini più generali. Serve un cambiamento nel nostro modo di pensare – prosegue Iori – perché le difficoltà di inserimento dei minori stranieri nello sport non si superano solo snellendo i tesseramenti: abbiamo bisogno di formare istruttori e allenatori all'interculturalità, e rendere migliori le modalità d'accesso reali alla comunità”.

A questo punto l'auspicio di molti è che presto il riconoscimento sportivo dello “ius soli” si estenda e garantisca agli stranieri nati o residenti da lungo tempo in Italia la piena cittadinanza: “Lo sport ha dato un segnale forte – riprende Tommaso Iori -, spero che le varie federazioni recepiscano in tempi rapidi questo cambiamento e sono convinto che lo faranno, visto che alcune già avevano analoghi regolamenti al loro interno. Le 'ombre' fra le righe di questa nuova legge? Sicuramente nel mondo dell'agonismo il fatto che questi ragazzi siano ancora tagliati fuori dalle selezioni nazionali è un grande limite. Questa proposta di legge è stata promossa in Parlamento da Filippo Fossati (PD), che dell'Uisp è stato a lungo presidente nazionale: è stata votata con 215 sì e 6 no (contraria solo la Lega Nord, ndr), un'ampissima maggioranza che probabilmente ha depotenziato un po' la norma, considerato il gioco politico, ma che ha dato al Paese una bella spinta nella direzione giusta verso un obiettivo più alto, la cittadinanza italiana”.

Anche il mondo sportivo nazionale esulta: le campionesse olimpiche e oggi politiche Josefa Idem e Valentina Vezzali, l'ex nazionale di calcio e oggi presidente dell'Associazione Italiana Calciatori Damiano Tommasi tanto per fare alcuni esempi. Tutti concordi nel riconoscere la grande opportunità lanciata dallo “ius soli sportivo”. L'accoglienza e l'integrazione non maturano nelle leggi dello Stato, ma possono cominciare a farlo nelle palestre e nei campetti di paesi e città. Lo diceva Nelson Mandela: “Lo sport ha il potere di unire le persone come poco altro può. Lo sport crea speranza dove una volta c'era solo disperazione. Abbatte le barriere razziali. Ride in faccia a tutti i tipi di discriminazione. Lo sport parla alla gente in una lingua che si possa comprendere”.

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