La Federcanoa strizza l’occhio al Trentino

Il lago di Ledro, quello di Caldonazzo e il fiume Noce sono bacini ideali sia per l'attività federale giovanile che per la canoa polo, marathon, slalom, discesa e sprint

“Che meraviglia!”. Se il buongiorno si vede dal mattino, o meglio, dall'esclamazione del presidente Luciano Buonfiglio in visita la settimana scorsa al lago di Ledro, la Federazione Italiana Canoa Kayak (quasi 11 mila tesserati) potrebbe aver trovato un nuovo Centro di preparazione.

“Il progetto coinvolge anche Caldonazzo, con il Circolo Nautico locale che ormai da un decennio ospita le finali nazionali giovanili, e Caldes, con il Rafting Kayak Canoa Club Val di Sole di Luca Scaramella (figlio di Pietro, storico presidente dell'Azienda di promozione turistica solandra, ndr) che ha appena allestito la terza prova del Grand Prix Italiano Slalom, alla quale hanno partecipato quasi 300 canoisti tra Ragazzi, Allievi, Cadetti, Junior, Senior e Master”, spiega Bruno Zucchelli, presidente del Comitato provinciale della FICK nonché dell'A.S.D Canoa-Kayak-Ledro padrona di casa, che all'inizio di giugno ha organizzato a Molina i Giochi Sportivi Studenteschi.

Merito non solo della grande perizia di queste associazioni, ma soprattutto di acque lacustri e fluviali ideali per questi tipi di sport. “Sappiamo di avere l'acqua bella, un'acqua che in giro per l'Italia è difficile trovare”, ammette Zucchelli, che della Canoa-Kayak-Ledro è stato uno dei fondatori nel 1985 sul lago d'Idro, prima del trasferimento, a causa del moto ondoso, nel 2000 a Molina di Ledro e, dopo un lustro, nell'attuale sede di Besta.

Lustro, inteso altresì come prestigio, che il lago di Ledro, quello di Caldonazzo e il fiume Noce potrebbero dare adesso all'intero Paese sia per l'attività federale giovanile che per la canoa polo, marathon, slalom, discesa classica e sprint. Anche se Buonfiglio, vicepresidente della Giunta Nazionale del CONI e tesoriere dell'International Canoe Federation, complice la scadenza a ottobre del proprio mandato, non s'è voluto sbilanciare.

“Speriamo sia una cosa fattibile, visto che a noi della Canoa-Kayak-Ledro non manca di certo l'esperienza con i campus estivi, i gruppi scolastici, gli scout, gli agonisti, i disabili – ne abbiamo tuttora quattro o cinque – e la paracanoa. Per le gare sul Sarca collaboriamo con Dolomiti Enel che, in base alle categorie, ci assicura la portata d'acqua regolata e proporzionata per disabili e normodotati”, sottolinea Zucchelli, insignito dal CONI della “Stella d'Argento al Merito Sportivo” per la quarantennale attività di propaganda e pratica sportiva, calcio compreso (è responsabile dell'attività di base del Settore Giovanile Scolastico della FIGC provinciale).

In Trentino sono cinque, oggi, le società affiliate alla FICK: oltre alle succitate Circolo Nautico Caldonazzo, Rafting Kayak Canoa Club Val di Sole e Canoa-Kayak-Ledro, formano il Comitato P.A. pure la Canoa Club Canottieri Riva e l'A.S.D. Jenky's Canoa Kayak.

“I tesserati si aggirano sui 100/150, dagli 8 ai 70/80 anni delle categorie Master, ma si può gareggiare soltanto dai 9 in su”, afferma Zucchelli. “Praticano velocità olimpica – vale a dire 200, 500, 1.000, 2.000 e 5.000 metri – e canoa slalom, discesa e marathon”. Due atleti del Circolo Nautico Caldonazzo, Beatrice Scartezzini e Stefano Rossi, sono stati recentemente convocati nella Under 23 azzurra per uno stage in vista degli Europei di velocità che si svolgeranno a metà luglio a Plovdiv, in Bulgaria.

Ma di interesse nazionale, adesso, sono finalmente anche alcuni laghi e fiumi trentini.

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