Nelle parole del presidente Giacca, il Trento che verrà: “Sognare non costa nulla”

Dopo aver vinto a mani basse l'Eccellenza, il Trento è pronto per la nuova avventura in serie D con l'obiettivo di raggiungere i play off. “Il nostro è un modello cooperativo interritoriale. Il nuovo stadio? Qualora si costruisse, dovrà essere lo stadio dell'intera regione”. L'intervista al presidente Mauro Giacca

“Illuminiamo il presente, progettiamo il futuro”: non è solo il pay off della sua azienda di costruzioni elettriche, ma anche la filosofia che l'imprenditore Mauro Giacca, classe 1971, sta applicando all'Associazione Calcio Trento, “società cooperativa sportiva dilettantistica” della quale è presidente dal luglio 2014. E dal pay off ai… playoff (di Serie D, con vista sulla Lega Pro), il passo è breve.

Presidente, in realtà ripulire l'immagine della società di via Sanseverino non è stato affatto facile.

Per essere credibili con i nostri interlocutori, abbiamo dovuto fare una grande opera di pulizia. Se volevamo una società onesta, seria e di qualità, non c'era altra soluzione. Il Consiglio di Amministrazione mi ha lasciato carta bianca, dandomi subito la possibilità di partire dai principi fondamentali: immagine, cuore e passione. Abbiamo iniziato dal pavimento e dall'arredo della sede, lucidatura dei trofei compresa, per arrivare all'ammodernamento dello stadio: panchine incassate, proprio come in Serie A, impianto audio e spogliatoi. Prima dei soldi, ci abbiamo messo il cuore, cosa che, da una quindicina di anni, al “Briamasco” nessuno più faceva. Ora sono 240 le aziende che collaborano con noi. Io sono uno dei tanti. E ci tengo a sottolineare la sinergia fra mondo privato, che dà senza avere prima ricevuto, e mondo pubblico.

Nel Consiglio di Amministrazione è appena entrato anche Enrico Zobele, la cui holding, proprio nei prodotti per la pulizia della casa, è leader mondiale.

Stiamo lavorando per l'ingresso in società di altre figure di grande prestigio. Non è semplice portare nuovi imprenditori, ma Zobele, noto nel mondo, è un forte richiamo. Tanto più che, nel Trento, è entrato a tutto tondo, come persona fisica e privata. Ci permetterà di farci conoscere fuori regione. Dove gira, con il logo del Trento in bella mostra anche quando non gioca, il pullman da 50 posti della squadra, a disposizione delle scuole per le gite. Considero questo il mio business migliore.

Un colosso mondiale è pure la Juventus, con la quale avete allacciato uno stretto rapporto di collaborazione a livello giovanile.

È un rapporto con le Scuole Calcio della Juventus iniziato ufficialmente lo scorso 1° luglio. Prima di formalizzare la partnership, lo staff bianconero ha preso informazioni ed è stato a Trento. Noi, invece, abbiamo visitato il Training Center di Vinovo a novembre 2016. L'obiettivo è di portare in Trentino la professionalità dei metodi del club più titolato d'Italia, garanzia assoluta di crescita sportiva per le giovani promesse sia provinciali sia regionali.

Motivo di orgoglio ancora maggiore sarà la costruzione del “Nido Gialloblù”.

Sorgerà, spero il prima possibile, a Trento Sud, in località Stella, una zona comoda. “Nido” vuol dire riparo di aquilotti, primi calci e soprattutto una grande famiglia da raggruppare, con cui condividere un percorso. Il settore giovanile, nel quale investiamo tantissimo, è uno dei cardini del programma societario. Non vogliamo che i nostri giovani, per allenarsi, debbano continuare a girare per i campi. Abbiamo circa 320 ragazzi dai 5 anni in su e, per farli crescere, dobbiamo dar loro un rifugio stabile e sicuro, che infonda tranquillità anche ai loro genitori. Sia chiara una cosa, però: la mia azienda non avrà nulla a che fare con la parte del “Nido” riguardante gli impianti elettrici.

State ricucendo anche i rapporti con le società calcistiche periferiche.

Vogliamo diventare il loro punto di riferimento, una “Società della Comunità” di fatto e non soltanto di nome. Il nostro è un modello cooperativo interritoriale. Cerchiamo di arrivare dove il mondo del calcio non può, tenendo, ad esempio, per le piccole realtà locali, corsi di aggiornamento con tecnici abilitati. Come dico sempre, noi siamo l’Adige, ma dalle valli scendono tanti importanti ruscelli senza i quali l’Adige è nulla.

Il futuro del Trento passa pure dalla costruzione del nuovo stadio?

No, non è fondamentale. Anzi, qualora si costruisse, sarebbe sbagliato etichettarlo come lo stadio del Trento. Semmai dovrà essere lo stadio dell'intera regione. Un impianto da 15 mila posti non per manie di grandezza, ma perché sono il minimo che la normativa prevede per poter ospitare amichevoli di cartello, finali, partite tra formazioni di Serie A o rappresentative nazionali. E perfino qualche concerto, se non cinema all'aperto.

Qual è, invece, l'obiettivo della stagione agonistica 2017/'18, iniziata ufficialmente lo scorso 13 luglio?

Per quest'anno, puntiamo ai playoff. Il direttore sportivo Claudio Rastelli sta allestendo una rosa competitiva, con giocatori provenienti da club di categoria superiore come, ad esempio, Atalanta e Bassano Virtus. Importante è anche l'effetto che la Serie D produce sulle società: per regolamento, la prima squadra fa da traino alla Juniores nazionale. Voglio che il “Briamasco” torni quello degli anni settanta/ottanta, i migliori della storia gialloblù, quando io andavo allo stadio con mio padre nella vecchia Tribuna Dalmine in legno. Sognare non costa nulla.

Il suo hashtag #DaSemprePerSempre, il nuovo slogan societario appena coniato, va letto in quest'ottica?

È un simbolo che voglio sia tenuto fisso per tutta la durata della mia vita. Perché il Trento è davvero nel mio cuore e mi commuovo solo a parlarne.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina