La poesia della vita familiare

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Un percorso di riflessione e di conoscenza attraverso i segnali dei giorni e degli anni è il punto di partenza del recentissimo libro di poesie di Nadia Scappini, Un’ora perfetta (edizioni Aragno, pagg. 110. euro 12). Il libro verrà presentato a Trento venerdì 6 marzo alle ore 17, alla Sala della Fondazione della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto; dopo il saluto dell’assessore Andrea Robol interverranno Paolo Ghezzi e Gianfranco Lauretano.

Emerge nettamente nel percorso di questi testi l’universo della vita familiare, nella ricchezza che più generazioni hanno saputo donarsi. Dal ricordo commosso dei genitori, nelle diverse sfumature degli anni, fino alla nipotina di un anno (“le braccine piegate verso l’alto / il labbro alzato ad inseguire il sole”) il tragitto della vita rifulge nella presenza dei propri cari, senza sentimentalismi, ma in una nutrita densità di riflessioni.

“Negli anni di gestazione dell’opera” ci ha detto la poetessa, “avevo pensato che il titolo giusto per il libro che si veniva dipanando sotto le mie dita fosse “Quel gesto raro come di preghiera”. Pensavo alle visite domenicali ai genitori già avanti negli anni, che mi erano ritornate come un nodo di congiunzione con il passato, capace di dare un senso al futuro”. Il personaggio che però qui si staglia, benché piccola e nascosta dentro un sorriso assorto, è quello della nonna Maria, “silenziosa / e bianca / come una candela”, ma capace di trasmettere forza e rassicurazione, pur nei lunghi silenzi. Riflette la Scappini: “Non sono acqua che si perde le radici / possono affiorare a un richiamo ripetuto / e consolare / come nel mio pellegrinare assorto / e teso da un ritmo interiore”.

Alternando al viaggio interiore i luoghi cittadini (Gocciadoro, via Belenzani) e quelli di numerosi incontri in viaggio in diverse località europee, il raffinato volume di Nadia Scappini si compone in sottili venature, percezioni e silenzi ora inquieti ora pacificati; negli oggetti e nei piccoli riti della vita quotidiana, tra il dolore e le accensioni vitali a combattere l’ombra lunga della malinconia: “Lieve il tocco della porta / la chiave nella toppa / ti dico arrivo dalla stanza / in fondo dove silente scrivo / per contrastare chi assassina / i sogni”.

Altro tema centrale è quello religioso, di un dialogo pulsante col divino, testimone – come ha scritto Giorgio Barberi Squarotti nella postfazione – di “un eterno che si rispecchia nella parola poetica, lucidamente e serenamente pronunciata, perché eco della Parola divina che ha fatto esistere l’uomo e lo conserva in essere”. Dalle citazioni bibliche al richiamo ai “passi di un angelo”, la poetessa canta l’esperienza del raccoglimento: “ci sono luoghi che portano a pregare / come il prato sotto il grande noce/…/ dove il silenzio è fatto dal vibrare / sensuale di uno sciame, dal fruscio / del vento e, a ogni quarto, dal tocco / / delle campane della chiesina sopra / la collina con la cupola rossa”.

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