“Così si ricostruisce dopo il sisma”

Presentato mercoledì l'ambizioso progetto che coinvolge una straordinaria rete di scuole ed enti. Capofila il “Fontana” di Rovereto

È stato presentato nella mattinata di mercoledì 25 gennaio all’ITET Fontana di Rovereto il progetto “Ricostruire il legno nell’emergenza post-sisma-tecnologie e tecniche a confronto. La filiera del legno Trentina: dalla scuola all’impresa”.

Come spiegato dalla dirigente Elena Ruggieri e il professore coordinatore, l’architetto Andrea Vinante, si tratta di un’esperienza di alternanza scuola/lavoro da attuarsi nelle zone colpite dal sisma di fine agosto, con lo scopo di trasferire in un caso pratico le conoscenze maturate in classe e far incontrare il modo dell’impresa col mondo della scuola.

Dopo una fase “formativa” con esperti professionisti in via di conclusione, gli studenti saranno coinvolti in un’attività “elaborativa” che li porterà ad affrontare le questioni relative alle costruzioni (o alle ricostruzioni) in fase post-sisma.

Ogni singola scuola sarà chiamata a svolgere la progettazione di un prototipo di M.A.P (Modulo Abitativo Provvisorio) per la famiglie e uno per l’agricoltura ad alta efficienza energetica da mettere a disposizione della Protezione Civile; e la progettazione di una piccola chiesa prefabbricata in legno: un concorso di idee fra gli Istituti partecipanti con la consegna del progetto è prevista a maggio e la premiazione di quelle più meritevoli, da parte di un’apposita giuria. Premiazione simbolica, che consiste soprattutto, come ha affermato il prof.Vinante nella soddisfazione del riconoscimento per il proprio lavoro. L’auspicio è comunque che, in tempi e modi da esplorare, si passi alla fase realizzativa.

Coinvolto anche un numero considerevole di partner, dalla Protezione Civile di Trento all’ordine degli Ingegneri e quello degli Architetti della PAT, dal C.N.R-IVALSA (Istituto per la valorizzazione del legno e specie arboree) di S.Michele all’Adige ad Arca-Habitech, e l’Ufficio Arte Sacra dell’Arcidiocesi di Trento.

Prerequisito determinante del progetto è l’esperienza di “Adotta un edificio in Abruzzo” – come ha spiegato il professor Vinante – per la quale il Fontana era stato capofila dopo il sisma dell’Aquila nel 2009. “Se le finalità già allora erano riassunte con le quattro C – ha concluso il docente – cioè condividere, comprendere, conoscere, costruire, per questa occasione abbiamo aggiunto una quinta C, collaborare”. Si tratta infatti di 5 istituti e 6 Enti coinvolti.

Gli ha fatto eco la dirigente Elina Massimo da Riva che ha ringraziato per “l’opportunità di un’esperienza che mette in rete le scuole potenziando le competenze civiche degli studenti, dando una vera lezione di vita”. E, come sottolineato da Christine Zanoni dal Primiero, “il punto in più sta nell’aspetto solidale”.

“Dietro l’emergenza del tetto – ha detto l’assessore alla cultura e all’urbanistica del Comune di Rovereto Maurizio Tomazzoni – sta il rischio della distruzione di una comunità che soffre il senso dell’abbandono, quindi plaudo a questa iniziativa di grande valenza sociale”.

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