L’artista della carta

Passione e innovazione nelle mani del perginese Roberto Gretter, fra i più abili origamisti italiani. Così ha stupito il pubblico del Sociale sabato scorso a Tedx Trento

Altro che il solito aeroplanino che decolla tutto storto e finisce nel cestino! Le oltre 600 persone che sabato gremivano il Teatro Sociale per TedX Trento hanno provato a ripiegare il loro foglio di carta A4, ma ben pochi sono riusciti a seguire con precisione i consigli del progettista Roberto Gretter, a mettergli le ali e a farlo volare…Non è un giochetto da buontemponi in ricreazione, l’origami. Tutt’altro. L’antica arte del “piegare la carta” (come dice il termine della ricca tradizione giapponese) fiorisce da 15 anni in Trentino grazie all’associazione perginese “Le Sette Pieghe”. Roberto Gretter, uno dei settepionieri, è oggi il presidente nazionale del Centro Diffusione Origami, circa 500 soci. I selezionatori di TedX Trento – l’evento che esporta buone idee in tutto il mondo attraverso la rete – gli hanno riconosciuto “il coraggio di osare” (tema di questa seguitissima edizione) nel diffondere il fascino e la forza magica dell’appassionato “origamista a 360 gradi”, come Si definisce Roberto.Di professione fa il ricercatore presso l’FBK-irst, specializzato nel riconoscimento automatico della voce, ma la sua vocazione alla pazienza, all’esattezza e alla fantasia ha lasciato a bocca aperta quanti hannoassistito ai 12 minuti della sua performance sul palco rossonero di TedX Trento.Applausi sinceri fin dall’ingresso col robusto pangolino di Eric Joisel piegato da un unico foglio di carta esagonale senza tagli. Poi via con i modelli dei vari autori: gli insetti dello statunitense Robert Lang, la vespa di Satoshi Kamiya e la carrozzina made in Pergine, firmata proprioRoberto Gretter.Ad un certo punto la carta sembra prendere vita, ruota, si espande: i modelli di movimento come il twist fanno pensare ad una reale trasformazione della materia. E le tassellazioni si fanno geometricamente molto complesse – sono una delle specialità di Alessandro Beber, forte origamista di Vignola Falesina – tanto da prestarsi ad applicazione spaziali per aprire e chiudere pannelli solari.

Roberto emoziona e stupisce, lui stesso ancora stupìto di quanto un semplice foglio di carta possa regalarci, piega dopo piega. Vive quest’arte povera senza forzature e narcisismi, piuttosto preoccupato di sottolineare gli stimoli che ne derivano alla fantasia, manualità e creatività. Alcuni eventi dell’associazione nazionale sono dedicati all’origami nella didattica, si sono tenuti corsi e laboratori nelle scuole trentine. Qualche sperimentazione è stata avviata per imparare la geometria (con l’origami si può dividere un angolo in tre parti uguali), per favorirel’apprendimento dei dislessici, per comunicare con i soggetti autistici. Il giorno dopo Gretter ci ha lasciato visitare il suo laboratorio (il salotto di casa) a Pergine, dove vive con la moglie Rosanna e i tre figli. Con un semplice movimento della dita abbiamo visto distendersi e poi ripiegarsi una rosa: “La carta ricorda”, ripete Roberto nel constatare che la carta ritorna al suo posto iniziale. Ma quanto può costare quest’allegra tartaruga di carta? Non ha prezzo, perchè l’associazione degli origamisti vive senza scopo di lucro. Quest’arte è un ambito ancora preservato dal consumismo: sa piegare quasi tutto, ma non si piega al mercato.Non si usano forbici e colla, gli strumenti principali sono due e le possiede ognuno di noi: hanno cinque dita. Certo, per diventare un origamista esperto e affermato, invitato nei convegni mondiali (Roberto è stato  invitato a New York, in Spagna, Germania e Svizzera) ci vuole anche un’inventiva formidabile, come quella che ad un concorso sul tema dell’acqua lo ha portato a inventarsi una grande goccia…di carta catturata nell’attimo in cui rimbalza sull’acqua generando onde concentriche.Nel prossimo week end si tiene il convegno annuale degli origamisti in Emilia Romagna e Roberto forse porterà anche questo numero cartaceo di Vita Trentina: chissà che dopo aver letto questa “terza pagina” non decida di trasformarla in un orsetto o in una rosa.

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