La croce, albero che risana

In mostra in Cattedrale, sotto la sagrestia, l'“Albero della Vita” in formelle di ceramica

Delicate immagini dagli armonici e tenui colori percorrono il tema biblico dell'“Albero della Vita” riproducendo in forma moderna quanto viene raccontato nella seicentesca cappella del Crocifisso, in Cattedrale a Trento. Le formelle, in terraccotta e ceramica, sono opera dell'artista roveretano Maurizio Frisinghelli. La personale è allestita sotto la sagrestia, nell'aula San Giovanni, fino a Pasqua. Ventisei le opere esposte il cui nucleo principale riproduce in sintesi l'iconografia, realizzata da Giuseppe Alberti, sacerdote e artista di Tesero, intorno al tema centrale della redenzione nella cappella fatta erigere nel 1682 dal principe-vescovo Francesco Alberti-Poja.

Figure “essenziali e pulite” sono state definite da don Lodovico Maule, canonico del Duomo, all'inaugurazione della mostra, tenutasi il 12 febbraio, con la presentazione di Nicoletta Tamanini e le dolci note della flautista Petra Arman. Al centro troviamo il Crocifisso con i due dolenti, immediatamente sopra l'albero con il serpente attorcigliato e i progenitori dell'umanità in tentazione; sopra ancora alzando lo sguardo si coglie una gradevole immagine del Padreterno, rappresentato nella forma tradizionale di un vecchio con la barba, che regge il mondo di cui è creatore, mentre l'aureola dorata triangolare ricorda che Dio è Trinità. “L'esposizione cerca di aiutarci a rileggere il mistero della Croce come 'Albero che risana'”, ci spiega don Maule. “L'albero antico di Eden produsse frutto di peccato e di morte per Adamo ed Eva, l'albero della Croce risana l'umanità donandole quel frutto che è il Cristo Signore, che ci guarisce dal peccato e ci ridona la vita nuova”.

Il tema dell'“Albero della Vita” è tra i più cari per Frisinghelli che lo ha trattato in vari modi nel suo percorso artistico, con l'abbinamento alla ceramica e alla terracotta anche del legno e talvolta del mosaico. Lavora anche il bronzo. Sul tema la mostra propone diverse altre immagini simboliche, tra cui dei “totem”, slanciate strutture in legno con figure umane in gruppo, fatte di ceramica. “L'albero affonda le radici in terra, ma per osservarlo bisogna sempre alzare lo sguardo”, ci dice l'artista che comunque lascia libera interpretazione a chi ammira le sue opere; quei “grappoli” di umanità salente fanno tanto ricordare anche la risurrezione.

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