Scuola, ancora troppi “lasciano”

Anche se poco recenti, i dati sulla dispersione scolastica nazionale e provinciale, fotografano una realtà preoccupante

I dati più recenti per avere una fotografia della dispersione scolastica in Italia, con la prematura uscita degli studenti dal sistema scolastico, sono ormai datati 2013. È un fenomeno, ricordava nel suo ultimo focus il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che “se non efficacemente contrastato, potrebbe avere, nel medio-lungo periodo, conseguenze nello sviluppo del sistema Paese determinando un impoverimento del capitale umano”. Per tale motivo il Ministero, in accordo con tutte le istituzioni scolastiche, ha avviato da anni l’Anagrafe Nazionale degli Studenti con il preciso obiettivo di contrasto alla dispersione scolastica fino al compimento dei 14 anni, età dalla quale è possibile intraprendere il percorso dell’istruzione e formazione professionale regionale, se non si intende proseguire con gli studi nel sistema nazionale di istruzione.

Nonostante questo, l’Italia risulta tra i Paesi peggiori d’Europa per abbandono delle aule: lascia i banchi troppo presto il 17,6% degli alunni, il 20,2 gli uomini e il 13,7 le donne. Nella nostra provincia si registra una dispersione totale dell’11%, distribuita nel 13,4% di maschi e 8,6% di femmine. I dati dimostrano che ci stiamo allontanando troppo dalla media dei 28 Paesi dell’Ue e che l’Italia, per numero di 18-24enni che hanno lasciato gli studi prima del tempo, è ancora molto lontana dagli obiettivi previsti in campo europeo: entro il 2020, riduzione al di sotto del 10 per cento della quota di abbandoni scolastici/formativi precoci.

Analizzando per fasce di età, si nota che per la scuola secondaria di I grado, il 17,6% degli alunni a rischio di abbandono ha un’età inferiore ai 14 anni, il 43,7% un età compresa tra i 14 e i 16 anni, il 34,3% è tra i 16 e i 18 anni e il 4,4% è sopra i 18 anni. Nella scuola secondaria di II grado, invece, la composizione percentuale per età mostra che appena lo 0,1% degli alunni “a rischio di abbandono” ha meno di 14 anni, il 6,1% ha un età compresa tra 14 e 16 anni, il 28,8% è tra i 16 e i 18 anni e ben il 65% ha raggiunto la maggiore età. La maggiore concentrazione di alunni che si disperdono durante il percorso della scuola secondaria si registra negli istituti professionali, negli istituti tecnici e nell’area dell’istruzione artistica. Questi dati, fotografano una realtà che, seppur datata, non dovrebbe essere sottovalutata, ma semmai rimessa nell’agenda delle priorità della politica, nazionale e provinciale. Se è vero che negli ultimi 6 anni sono stati cancellati complessivamente 200 mila posti, sottratti 8 miliardi di euro e dissolti 4 mila istituti a seguito del cosiddetto dimensionamento, l’allontanamento dall’Europa in merito alla dispersione scolastica potrebbe non essere un dato casuale.

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