Elena Fozzer, arte che coinvolge

Giovedì 7 dicembre nella Sala di rappresentanza di Palazzo Geremia si è tenuta una cerimonia di riconoscimento alla carriera di Elena Fia Fozzer. Il Comune di Trento ha omaggiato l’artista nel suo valore civico e al contempo internazionale, inaugurando anche la mostra personale allestita al pian terreno di Torre Mirana (via Belenzani 3, aperta con ingresso libero fino al 30 dicembre con orario  10 – 12 e 14 – 19, chiusa tutti i lunedì, 25 e 26 dicembre).

La mostra evita di ricostruire in modo pedissequo le fasi della lunga ricerca dell’artista trentina, si sottrae a una pigra riepilogazione della stessa, ma al contempo evidenzia bene la varietà e la ricchezza della sua ricerca e le distinte particolarità delle varie fasi. Figlia d’arte, Elena Fia Fozzer non ha mai seguito il padre Eraldo, scultore fra i più rilevanti in ambito nazionale nel secondo dopoguerra, ma ha lasciato che i rapporti artistici con lui rimanessero entro i confini della libera ispirazione creativa, senza influssi di carattere formale con l’intenzione di imitarne le forme, di carpirne i segreti esecutivi.

Tale anelito di libertà l’ha portata alla pittura. Centrali i suoi precedenti figurativi che forse non tutti ricordano e qui sono invece utilmente richiamati come pure la transizione dal figurativo all’astratto. La figura della donna gravida risolta nel segno prevalente del cerchio contiene in sé quello stesso sentimento cosmico che ritroviamo della sua scelta non figurativa, nella quale ebbe anche un significato molto importante l’incontro con Aldo Schmid e le sue radicali sperimentazioni sul colore.

E’ stata poi impegnata, fin dalla seconda metà dei ’70, in un’indagine astratta fondata sia sulle forme geometriche di base che sul colore. Significativo e originale il coinvolgimento dello spettatore, sia dal punto di vista emotivo che da quello performativo, attraverso la possibilità di interagire con le opere: celebri i Cromosettoriali in cui lo spettatore, mediante lo spostamento di tele applicate con magneti ad un supporto metallico, può modificare a piacimento la conformazione stessa dell’opera. Gli anni Novanta sono stati poi segnati dall’innamoramento per la corrente internazionale Madì, di cui Elena è una delle esponenti di punta, con prestigiose mostre internazionali.

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