Merano, città vocata alla convivenza

Il vicesindaco Andrea Rossi: “Una città sul confine che ha fatto del confine una sfida quotidiana. È la scommessa dell’Europa di domani”

Merano – A fare il tifo per Merano “Capitale della cultura italiana 2020” c’è anche il vescovo Ivo Muser che, in un breve video postato sulla pagina Facebook “Merano2020”, ricorda come in riva al Passirio convivano pacificamente da sempre non solo i due principali gruppi linguistici altoatesini, ma anche diverse comunità religiose. “La convivenza tra di noi – dice – non è soltanto una sfida, un qualcosa che dobbiamo accettare… è la nostra ricchezza. Anzi è la nostra vocazione. E Merano, come città storica… anche come città storica della convivenza, ha questa vocazione”.

Come è noto Merano si è candidata a Capitale italiana della cultura per il 2020 come “piccola Europa d’Italia”. Alla fase finale della selezione partecipano dieci comuni tra i 45 che si sono presentati. Abbiamo chiesto alcune considerazioni al vicesindaco di Merano, Andrea Rossi.

Vicesindaco Rossi, vi aspettavate di essere tra le città finaliste?

Lo speravamo. La sfida positiva che abbiamo lanciato alla commissione giudicatrice, quella di premiare alla fine di questo primo ciclo di capitali italiane della cultura una città dove la cultura italiana si confronta quotidianamente con quella di lingua tedesca e, attraverso di essa, con quella europea, ci pare essere stata colta. O per lo meno messa alla pari delle altre proposte lanciate dalle altre città finaliste. È senz’altro un segnale importante per un giusto riconoscimento delle specificità e del buon esempio che il nostro territorio sa e può rappresentare per l’intero territorio nazionale.

Che cosa può fare di Merano la capitale italiana della cultura?

Esattamente ciò che è. Una città sul confine e che ha fatto del confine, anche interno tra comunità, un gioco difficile ma affascinante, una sfida quotidiana, una prospettiva di futuro. È, in nuce, la scommessa dell’Europa di domani. Davanti alla pericolosissima ripresa nazionale e internazionale di estremismi identitari, riaffermare che la nostra città è, come abbiamo voluto aggiungere quale sottotitolo al dossier, la “piccola Europa d’Italia” significa sottolineare il valore della cultura dell’incontro, della condivisione, del rispetto reciproco.

Che cosa significa per la città se Merano viene selezionata? E in caso contrario?

L’assegnazione del titolo mette in moto tutta la macchina amministrativa affinché ciò che è stato indicato nel dossier venga portato a compimento. Un aspetto assolutamente prioritario sarà il coinvolgimento, come è stato fatto per il giubileo dei 700 anni, di tutto l’associazionismo cittadino. Un altro aspetto da considerare sarà la ricaduta positiva anche in termini economici per il tessuto cittadino: la cultura è oggi motore di sviluppo non solo (e soprattutto) sociale ma anche economico. La città vivrà un anno intenso e vogliamo che ognuno si senta parte attiva di questo progetto. In caso contrario comunque la maggior parte dei progetti presentati nel dossier saranno portati a termine. Essi rappresentano infatti un patrimonio di intenti e di impegni che fanno parte del programma 2015-2020 di questa giunta comunale.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina