“Devo dire che il Fairphone ha risposto alle aspettative”, confida Marta Bertagnolli, educatrice professionale, che ne possiede uno e accetta volentieri di dire la sua da semplice consumatrice. “Del Fairphone mi aveva parlato un amico circa un anno e mezzo fa e incuriosita da questa tecnologia ‘etica’ ho cercato maggiori notizie su Internet. Mi ha colpito molto la trasparenza delle informazioni sul ciclo produttivo, dalle materie prime all’assemblaggio”.

“Per chi vuole comprare in modo consapevole e sostenibile, è un prodotto da prendere in considerazione”, afferma: “E’ un bel progetto, riempie un vuoto in un settore, quello dell’elettronica di consumo, che mi pare tiri nonostante la crisi economica. Va nella direzione di un cambiamento, anche se i numeri sono ancora limitati. E’ il futuro del commercio equo”, aggiunge. Tra gli aspetti positivi, sottolinea l’attenzione di Fairphone per l’ambiente (“Non ti danno le cuffiette e neppure il caricatore per la batteria, perché vanno bene quelli che uno potrebbe già possedere di qualche vecchio telefono”) e la gran mole di informazioni, costantemente e puntualmente aggiornate, a disposizione sul sito dell’impresa: “Così uno può rimanere aggiornato sul percorso che stanno facendo nella direzione di una produzione un pochino più ‘giusta’, anche se ancora di nicchia”, conclude, prima di aggiungere una considerazione finale: “L’attesa tra il pre-ordine e l’arrivo del telefono l’ho vissuta piacevolmente: non ero più abituata a desiderare una cosa”.