L’umanità di Vigilio

Anche i vescovi missionari Zendron e Filippi al pontificale

E’ stato un inedito dialogo fra due campane in piazza Duomo a concludere quest’anno la mattinata di San Vigilio: prima il rintocco della Renga, la campana della Torre Civica restituita ufficialmente alla città dopo l’incendio di tre anni, dall’altra la campane della Cattedrale, sciolte poi dai maestri campanari nell’ armonioso concerto del “campanò”. “Il richiamo reciproco di questi bronzi sono un segno che la società civile e religiosa sono chiamate a dialogare tra loro”, ha osservato l’Arcivescovo, dopo che inieme al sindaco Andreatta aveva sottoscritto una pergamena storica “che ricorda i valori di unità, dialogo e convivenza nel rispetto della diversità”.

Questa collaborazione “in nome dell’umano” era stata prima espressa anche nei segni del pane e nel dono della lettera pastorale (vedi pag. 3) alle autorità comunali e provinciali. Ma era stata sviluppata anche nell’omelia in cui l’Arcivescovo aveva sottolineato l’umanità come identikit del santo patrono. “Chiesa di Trento – ha scandito l’Arcivescovo in una Cattedrale gremita – hai una via bellissima per accreditare il tuo Signore: offrire spazi di gratuità, ritrovando la pace, guardando l’umanità con simpatia. Non – precisa Tisi – con la presunzione dei primi della classe, ma con la coscienza di chi ha bisogno, continuamente, che gli venga usata misericordia!”

Una vivace partecipazione popolare aveva accompagnato la celebrazione fin dalla “statio” nella basilica di Santa Maria Maggiore. Nella preghiera l’Arcivescovo aveva ripreso le frasi scritte da Vigilio a Giovanni Cristostomo in riferimento ai martiri di Anaunia: “Chi mette in gioco la propria vita, vive; colui che vuole preservarla, la perde”.” Questa convinzione di Vigilio, tradotta in “invito a seguire la Parola del Vangelo nella gratuità” ha introdotto anche l’invocazione delle litanie dei santi (anche il nome del beato Mario Borzaga fra quelli di origine trentine) con la ripresa della recente enciclica del Papa “Gaudete et exsultate”: “Il mio umile obiettivo è far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità”.

La solennità di San Vigilio ha goduto quest’anno della presenza – accanto a mons. Tisi e all’arcivescovo emerito Luigi Bressa – di due vescovi missionari accomunati dalla festa per il 40° di ordinazione sacerdotale: mons. Guido Zendron, che opera da dieci anni come vescovo di Paulo Afonso in Brasile e mons. Giuseppe Filippi, impegnato dal 2009 come pastore di Kotido in Kenya. Un forte applauso li ha accomomunati in un Duomo che era gremito anche di parrocchiani provenienti dalla valle dei Laghi, dalla val di Cembra e dall’altopiano della Vigolana.

Nelle preghiere dei fedeli anche quattro attuali raccomandazioni di Ambrogio a Vigilio: l’onestà nella gestione del bene comune, l’impegno per i nuclei famigliari, la responsabilità anche ecclesiale in campo economico, lo stile dell’accoglienza.

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