Edilizia, la crisi non dà tregua

Zabbeni (Fillea Cgil): “La Provincia riattivi le commissioni paritetiche per il riconoscimento della cassa integrazione”

La crisi economica non dà tregua al settore edile. In otto anni, dal 2008 al 2016, gli occupati del comparto si sono dimezzati, passando da 18 mila a 9 mila 500; le ore lavorate si sono ridotte del 50%; soltanto negli ultimi due anni si è registrata una perdita di 2 mila posti di lavoro. Sono i numeri di un settore che ancora non è uscito dal tunnel della crisi. “Siamo di fronte ad una situazione molto difficile – denunciano i tre segretari provinciali di Fillea Cgil, Maurizio Zabbeni, Filca Cisl, Fabrizio Bignotti e Feneal Uil, Gianni Tomasi -. Se in altri settori si sta verificando una timida ripresa, non altrettanto avviene nelle costruzioni”. A radio Trentino inBlu, Zabbeni parla di “vera e propria emorragia di posti di lavoro”, nel comparto.

Ma non è soltanto la crisi economica, con il conseguente calo delle commesse e la riduzione dei lavori pubblici, a pesare sul settore. Ad aggravare la situazione contribuiscono anche le nuove norme sulla cassa integrazione, in particolare quella “invernale”, sostengono i sindacati di categoria.

“Di fronte alle modifiche normative introdotte con il Jobs Act e alle nuove procedure messe in atto dall'Inps, le aziende preferiscono licenziare piuttosto che ricorrere alla cassa integrazione”, osserva Zabbeni. Il sindacato stima che siano qualche centinaia i posti di lavoro persi per questa ragione. Nel mese di novembre 2016 sono 500 in meno i lavoratori dipendenti iscritti in cassa edile.

“L'alternativa ai licenziamenti è lavorare in condizioni proibitive, che mettono a rischio la salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro – spiega ancora Zabbeni –. Sono numerosi i casi segnalati al sindacato di dipendenti costretti a lavorare a -10 gradi, magari in cima ad un tetto innevato”.

La soluzione – per i sindacati – è attivare la delega sugli ammortizzatori sociali. “Abbiamo chiesto alla Provincia di Trento – conclude Zabbeni – di riattivare le commissioni paritetiche che valutavano i requisiti per il riconoscimento della cassa integrazione, che la legge ha abrogato, e di verificare l'agibilità massima che consente la delega, agendo anche sui requisiti di accesso all'ammortizzatore”.

Nelle prossime settimane i segretari generali incontreranno le associazioni datoriali e i consulenti del lavoro perché sensibilizzino i datori di lavoro sulla materia e per arrivare alla definizione di protocolli d'intesa specifici. Ma la strada maestra, ribadiscono, è il ricorso alla delega sugli ammortizzatori sociali.

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