L’informazione locale “tiene”, ma deve sapersi rinnovare

Vi è una crisi dei punti di riferimento e una divaricazione dei pubblici adulti e giovani

Nella crisi generale del mondo dell’informazione come l’abbiamo conosciuto fino all’altro ieri – tv, radio e carta stampata -, l’avvento di Internet e la prepotente ascesa dei social media costringono a ripensare l’intero sistema, ma ciò può essere di stimolo all’informazione locale che, è questa la buona notizia, tiene, anche se dovrà sapere adattarsi alle nuove modalità di fruizione delle notizie. Se n’è parlato alla prima Conferenza provinciale dell’informazione, promossa dal Corecom – Comitato provinciale per le comunicazioni martedì scorso presso la sala conferenze del Muse. Oggi attraverso il web ciascuno di noi è, potenzialmente, oltre che consumatore, anche produttore di notizie e ciò dà valore a nuove istanze, ma nel contempo anche spazio a possibili minacce, ha ricordato Ivana Nasti, direttrice dell’Ufficio rapporti Corecom-Agcom. Si pensi ad esempio alla propaganda del sedicente Stato islamico e al fenomeno del cosiddetto Hate Speech, il discorso d’odio che infiammano i social media. Vi è una crisi dei punti di riferimento e una divaricazione dei pubblici adulti e giovani, ha rimarcato Mario Morcellini, Commissario Agcom, che ha deplorato il dilagare delle Fake News, le “bufale” che inquinano il dibattito, anche politico, e “favoriscono il populismo”. Il divario tra le modalità di accesso alle informazioni tra giovani e adulti – i primi privilegiano lo smartphone – è stato confermato anche per il Trentino da Riccardo Grassi, direttore di ricerca della società SWG. Nella nostra provincia le tv nazionali e locali mantengono una forza notevolissima, ma “tengono” i quotidiani locali per informarsi sui temi di cronaca e di politica. Il dualismo giovani-adulti è lampante se si guarda alla frequentazione dei social network: il 94% sono under 25. Con Francesco Diasio, segretario dell’Amarc, associazione internazionale delle radio comunitarie, in collegamento video da Bruxelles, lo sguardo si è allargato all’emittenza locale che, in particolare nei paesi impoveriti, svolge un ruolo attivo di servizio pubblico offrendo una preziosa informazione di prossimità e di emergenza, valorizzando e salvaguardando la libertà di informazione e le minoranze linguistiche.

Spazio infine alle esperienze locali, nella tavola rotonda conclusiva che ha messo a confronto gli editori trentini. E’ emerso un giudizio sostanzialmente positivo sulla legge provinciale in materia del 2016, che contribuisce al mantenimento della qualità e della quantità dell’informazione, hanno riconosciuto Davide De Marchi di Rttr, Graziano Angeli di TrentinoTv, Roberto Rangoni di SIE spa (L’Adige) e Fabrizio Franchi, Presidente dell’Ordine dei giornalisti del Trentino-Alto Adige. Di parere diverso Luca Pianesi, direttore della testata online Il Dolomiti (“La nostra sopravvivenza non può dipendere da un finanziamento pubblico”), mentre per don Marco Saiani, presidente di Vita Trentina Editrice, “si può lasciare un ruolo importante all’imprenditorialità, ma nel contempo governarla e dirigerla”: e spetta alla Provincia, con il sostegno, ma anche attraverso la formazione degli attori della comunicazione.

E’ toccato a Claudio Civettini, consigliere provinciale di Civica trentina, e all’assessore Carlo Daldoss concludere. Civettini ha illustrato la proposta di legge in materia di informazione recentemente depositata e ha lanciato una proposta – la Provincia si faccia carico dei ripetitori così come fa, attraverso Trentino Sviluppo, per gli impianti di risalita -, che Daldoss ha detto di apprezzare, incaricandosi di illustrarla al Presidente Ugo Rossi.

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