Un idrobiologo attento al territorio

Laureato in scienze forestali, ha applicato a laghi e corsi d’acqua i principi della sostenibilità. Anticipando i progetti attuali di agricoltura integrata e/o biologica

Nei primi anni ’50 del Novecento molti giovani trentini dopo la scuola superiore si iscrissero alla facoltà di Scienze forestali dell’Università di Firenze. Unica in Italia in quel periodo. Alvise Vittori ne uscì laureato a pieni voti e per alcuni anni lavorò nel settore delle pescicolture. Prima a Riva del Garda, poi nel Primiero. I suoi compagni di Università scelsero l’ente pubblico per lavorare nel settore forestale. Pochissimi optarono per la libera professione.  Alvise Vittori amava l’acqua ed i pesci più del bosco.

Passione legata sicuramente al fatto di essere nato e avere vissuto a lungo a Riva del Garda. Nel 1960 lo troviamo dipendente della Regione Trentino Alto Adige, ma non nell’assessorato alle foreste, bensì in quello che si occupava della gestione delle acque e della tutela dell’ambiente. Alla Stazione sperimentale agraria e forestale di S. Michele all’Adige approdò nei primi anni ’70, ma i luoghi di lavoro erano due, frequentati a cadenza alterna ogni settimana: S. Michele e Museo tridentino di scienze naturali di Trento. Gino Tomasi, direttore del museo e insigne naturalista che ha legato la sua fama soprattutto ai laghi del Trentino, nella presentazione del testo divulgativo destinato ai pescatori dice di Vittori “… che da sempre divide la sua giornata tra le acque e il microscopio”. La frase non va interpretata in senso riduttivo. Alvise ha sempre operato con larghezza di vedute e costante attenzione all’ambiente. Inteso come ecosistema, ma con al centro l’uomo e la comunità civile. Giovanni de Stanchina che ha condiviso con lui 30 anni di attività riassume così l’ingente ed eterogenea mole di lavoro di ricercatore: “Ha saputo trasferire nel mondo reale le novità scientifiche provenienti dall’Università di Firenze o da altre Università e Centri di ricerca per i quali ha mantenuto contatti costanti. Si è inoltre inserito perfettamente nell’alveo di ricerca della Stazione sperimentale indirizzato alla sostenibilità ambientale, economica e sociale. Precorrendo tematiche che oggi sono al centro dei progetti di agricoltura integrata e biologica”.

Riassumiamo per sommi capi i lavori intrapresi da Vittori e i risultati ottenuti.

Carta ittica. Con la prima carta ittica elaborata dalla Stazione sperimentale e approvata dalla Giunta provinciale nel 1982 prese il via su basi tecnico-scientifiche la pianificazione della gestione della fauna ittica in Provincia di Trento. La successiva carta ittica, riveduta e ampliata, risale al 2001.

Risanamento dei laghi. La pianificazione della gestione della fauna ittica fece emergere l’esigenza prioritaria di mettere mano  al risanamento del reticolo idrografico (laghi, fiumi e torrenti). L’indagine che ha occupato lui ed un gruppo di giovani collaboratori è durata dal 1975 al 1995 ed ha riguardato una quindicina di laghi.

Interventi di risanamento. Il più importante e significativo anche per i buoni risultati ottenuti ha riguardato il lago di Caldonazzo. Vittori e collaboratori hanno utilizzato il sistema di ossigenazione ideato da una società della Svezia. Un compressore piazzato a terra insufflava aria in una campana collocata in mezzo al lago e la faceva arrivare alla profondità di 12 metri corrispondenti ad una pressione idrostatica di un atmosfera sufficiente per far combinare l’ossigeno con le molecole d’acqua.

Indice biotico esteso. Per il controllo e la rilevazione periodica della biodiversità presente nei torrenti, Alvise Vittori utilizzò l’ “Atlante per il riconoscimento dei macroinvertebrati dei corsi d’acqua italiani” curato al prof. Ghezzi dell’Università dell’Aquila e pubblicato nel 1980. Idrobiologi provenienti da diverse regioni d’Italia salivano ogni anno a  S. Michele per apprendere il funzionamento del metodo e soprattutto provarlo nei torrenti del Trentino.

Monitoraggio del lago di Garda. Riguardava in particolare il patrimonio ittico e la sua evoluzione quanti-qualitativa nel tempo.

Salmerino alpino. Vittori ha riportato dal lago d’Iseo nel lago di Molveno il salmerino alpino diffuso in seguito anche nei piccoli laghi alpini del Trentino.

Associazioni pescatori. Sono una ventina in tutto il Trentino che si avvalgono dell’assistenza tecnica avviata da Vittori per la gestione degli impianti di ripopolamento.

Pescicoltura sperimentale. Rappresenta il centro attorno al quale ruotano tutte le pescicolture.

Fitodepurazione. La prima laguna biologica è stata realizzata  per depurare i liquami della stalla dell’Istituto agrario di S. Michele.

Lago di Tovel. l’ipotesi da lui sostenuta che il mancato arrossamento fosse dovuto al venir meno di nutrienti di origine zootecnica non è stato smentito dal progetto SALTO che ha coinvolto 17 istituti di ricerca ed è costato oltre tre miliardi di vecchie lire lasciando aperti gli interrogativi iniziali.

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