L’oasi che cresce

In Valtrigona, incontaminato angolo della val Calamento, il WWF ha ottenuto il consenso e la partecipazone delle comunità locali nella gestione dell'area protetta, l'unica dell'arco alpino

“Una valle sospesa”, spiega il primo pannello didattico. Valtrigona è sospesa non solo fra i 1500 e i 2300 metri ma anche tra il glorioso passato del Lagorai valsuganotto e un futuro esemplare per turisti in arrivo da tutto il mondo. E forse anche sospesa tra il passaggio definitivo da uno sfruttamento miope del territorio ad una valorizzazione culturale ed economica che riesce a esaltare la biodiversità alpina. Partiamo all’alba: da malga Valtrighetta – a 1434 metri sulla strada del Manghen – s’imbocca il Sentiero Natura che attraversa subito il gorgoglìo del torrente Maso di Calamento. Le cavità “lavorate” dal becco del picchio nero e lì vicino le tracce di una produzione boschiva attenta ai piani di riforestazione ci fanno subito capire come una riserva locale di questo tipo può costituire un modello davvero convincente: non ha solo l’autorevolezza scientifica di tutte le altre .. oasi di proprietà del WWF in Italia (da Orbebetello a Burano), ma qualcosa di più. Quella di Valtrigona è infatti l’unica in ambiente alpino (se volete è impropriamente detta oasi, perché è circondata dallo stesso ambiente, senza demarcazioni visibili), l’unica che offre in un ambito ridotto di 235 ettari una grande varietà di habitat e di ecosistemi: dal torrente alpino al crinale morenico, dal pascolo arborato al laghetto sospeso.

Si capisce allora perché a undici anni esatti dall’inaugurazione del Centro Visitatori e di Malga Agnelezza (quassù si ricordano ancora il camoscio che “assisteva” alla Messa celebrata dall’allora parroco don Franco Torresani), Valtrigona sia percepita dai valsuganotti come la propria oasi. E stia crescendo di anno in anno il consenso auspicato e ricercato fin dagli esordi segnati da qualche comprensibile resistenza verso il soggetto ecologista privato. Amministratori pubblici, famiglie, giovani e ragazzi saliranno numerosi, come avviene ogni anno, domenica 27 luglio all’annuale festa dell’Oasi (l’invito è anche per voi, lettori!). Non solo per gustare i prodotti tipici ma anche per aggiornarsi sui progetti realizzati e su quelli futuri.

“Nel dialogo e nella collaborazione con la Provincia,che dura da sempre nei vari assessorati – spiega la nostra guida Sergio Boschele, responsabile regionale WWF dell’OASI – puntiamo a siglare un protocollo che possa dare un sostegno continuato in base al riconoscimento dell’interesse pubblico e della ricaduta anche economica che questa realtà sta destando nell’intera zona”. Non è più avvertita come una proprietà del WWF (anche se la bandiera con il panda ricorda la storica intuizione di fine anni Novanta, ne parliamo nella pagina a fianco), ma come una risorsa privata riconosciuta dalla legge del 2008 e condivisa a tanti soggetti che ora concorrono in vario modo – i tre comuni di Telve, Carzano e , la Comunità di Valle, la SAT – a far sì che Valtrigona sia sempre più conosciuta e frequentata. Ha ormai raggiunto la media di 4 mila visitatori l’anno, non pochi in una località così periferica. Sono usciti i depliant in inglese e tedesco, ma le firme russe sul libro degli ospiti lasciano intravvedere nuovi ingressi. E mentre assaggiamo polenta e salsiccia preparataci nella cucina casalinga della foresteria, due famigliole con cinque bambini dall’accento strano salgono silenziose dirette alla orcella: sono polacchi, acquistano le magliette e i berrettini dell’oasi. “L’oasi vive tutto l’anno, anche l’inverno quando salgo a liberare i pannelli fotovoltaici dalla neve “, osserva Walter Tomio, il custode dell’OASI, dipendente WWF con valore di guardia giurata, “ci teniamo a far rispettare i divieti dello scialpinismo ma anche a coinvolgere turisti nella gestione e i volontari nei progetti.

Grazie alle prenotazioni raccolte dall’APPA numerose classi scolastiche passano qui un’intensa gioranta mentre studiosi e universitari possono approfittare della foresteria per le loro ricerche: alcune tesi di laurea sono state scritte sulle tavole di legno del Centro visitatori, davanti all’interessante dendroteca (la raccolta dei “libri” realizzati con legno di vari alberi).

L’attenzione divulgativa è curata: un anello attorno al centro visitatori accontenta i più anziani mentre il percorso natura, studiato anche nei linguaggi e nei contenuti per età diverse aiuta ad approfondire attorno ai relativi cippi alcune particolarità: a esempio il modellamento del paesaggio glaciale o le specialità botachiche fiorite sulle rocce porfiriche. Dalla forcella a quota 2300 che guarda verso malga d’Ezze e si trova di fronte l’alta val di Fregio si domina dall’alto un territorio esemplarmente salvaguardato: non come un ghetto da fotografare, ma un angolo di Lagorai in cui entrare in punta d piedi, in armonia con un’attenzione alla natura che dovrebbe caratterizzare sempre caratterizzare le nostre escursioni. “L’Oasi non è nostra – spiega convincente Sergio Boschele – ma di tutti quelli che ne condividono l’originalità e le finalità. Per questo può continuare a crescere, nonostante le attenzioni e l’impegno anche economico che richiede ogni giorno”.

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