Senza memoria

In questi giorni ci rechiamo nei cimiteri per un gesto di affetto, di pietà e di preghiera verso i nostri morti. E, per favore (come direbbe Papa Francesco), spero che i cristiani della città di Trento, arrivando tra le tombe, non si limitino a parlare dei … conigli! Sarebbe un’occasione sprecata. Sono giorni da non perdere con le famiglie, i bambini e i ragazzi per spendere qualche parola sul senso della vita e della morte. Per ricordare testimonianze belle di persone amate e che ci hanno fatto del bene. Non sono molti i momenti in cui si può parlare con tutti di qualcosa che è importante per tutti.

Non vorrei che la nostra società, anche quella degli adulti, si comportasse in modo adolescenziale. Spesso quando muore un ragazzo o un giovane si fanno giustamente grandi manifestazioni; poi, però, qualche giorno dopo tutto è già dimenticato e si volta pagina! Quante parole, anche sincere, ma dette al vento: “Non ti dimenticheremo mai; sarai sempre con noi!”… Non è così per una mamma o un papà che perdono un figlio, o per una famiglia che rimane priva di un genitore ancora giovane; la ferita è lacerante e non ci si dimentica facilmente di quel vuoto.

Ripensavo a questo anche la sera del 26 settembre. Una data che non dice niente … In quella data ormai da parecchi anni il Vescovo, come è suo dovere, celebra in cattedrale in memoria del suo ultimo predecessore defunto, il Vescovo Giovanni Sartori e anche per i sacerdoti defunti nell’anno. In quell’occasione non si vedono né preti, ne laici: siamo una comunità senza memoria, senza riconoscenza?

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