Più vecchi, più welfare. Ma dal basso.

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Una società che invecchia sempre più impone un nuovo stato sociale, capace di dare vita ad un sistema dove l’assistenza non pesi solo sull’ente pubblico ma diventi responsabilità collettiva. E’ il messaggio che esce dal convegno organizzato oggi a Trento, nella sala don Guetti di via Vannetti, dalla cooperativa sociale FAI, sigla che sta per Famiglia-Anziani-Infanzia. FAI offre assistenza domiciliare a circa 450 persone e gestisce il Centro diurno di Ravina, la Casa del Clero e l’Infermeria dei Frati Francescani a Trento, oltre a diversi altri servizi territoriali. Vi lavorano attualmente 130 persone. “Ricamare comunità. Il tessuto sociale si costruisce dal basso” il titolo del convegno, moderato dal sociologo Nadio Delai. Nel corso dei lavori sono state presentate anche buone prassi come le “Social Street”, che puntano a socializzare con i vicini della propria strada di residenza al fine di instaurare un legame e condividere le necessità. Massimo Occello è presidente di FAI: 
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