Bagnasco: “Politiche più concrete”

Alcuni passaggi della lunga riflessione del card. Bagnasco (il testo integrale in www.vitatrentina.it):

  • «L’educazione è cosa del cuore», insegnava un maestro come san Giovanni Bosco. Egli sapeva che senza educazione non c’è crescita umana e non può esserci felicità, la quale è sempre il frutto di sacrificio e di un sapiente progetto di vita, perseguito con determinazione e pazienza.(…)L’educazione dunque è cosa del cuore perché esige che si guardi negli occhi colui che si educa, stabilendo una relazione personale che lo faccia sentire oggetto di attenzione e di amore. Solo così essa non sarà ridotta a imposizione di schemi o stili di vita prestabiliti, o a una mera istruzione, cioè alla semplice trasmissione di contenuti.

  • . «Per educare un bambino ci vuole un villaggio», recita un citato proverbio africano, a dire che non è sufficiente sentirsi spiegare certi modelli di comportamento e vederli messi in atto da chi li ha trasmessi, ma serve anche un contesto più ampio, che li viva e li faccia propri. (…)

  • Si creano così diversi ambiti, nella vita delle persone, con l’assunzione in essi di diverse gamme di valori: quando si è al lavoro si mente, perché pare non vi sia alternativa al farlo, ma quando si rientra a casa si è sinceri, e ai propri figli si insegna il valore dell’onestà; quando si va in parrocchia ci si sforza di ascoltare, di aiutare e di essere pazienti, ma quando si è immersi nel traffico si pensa solo a scavalcare gli altri, e si arriva presto a innervosirsi o a insultare. La persona rimane divisa, come conseguenza di una società che in nome della libertà ha abdicato al suo compito educativo, e lascia il soggetto in balia di se stesso, nella solitudine della sua coscienza.

  • La famiglia va protetta; va sostenuta con generosità e riconosciuta nella sua identità profonda, di comunità tra un uomo e una donna, aperti al dono della vita. Perché dalla salute della famiglia dipende quella della società, come mostra il fatto che il principale ammortizzatore sociale oggi in Italia è rappresentato proprio dalle famiglie, che con i loro legami parentali e solidali permettono di ammortizzare le conseguenze della disoccupazione, e di occuparsi di categorie, come i malati e gli anziani, che altrimenti sarebbero abbandonati.

Una società che non coglie il ruolo insostituibile della famiglia, oltre a rivelare la sua miopia, si condanna alla disgregazione. Per questo chiediamo ancora una volta con forza che a livello politico e di Welfare si sostengano maggiormente le famiglie e le si pongano al centro dello sviluppo, attraverso sostegni economici, defiscalizzazioni e iniziative concrete.

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