Le proposte della casa editrice Kite di Padova sono sempre particolari e interessanti. I libri che propone nella collana “Illustrati” sono lavori semplici e immediati alcuni, più complessi e spiazzanti altri. Nessuno banale. Retrobottega (Kite; età 6+), titolo appena pubblicato, è sicuramente uno del secondo gruppo.
La storia è presto raccontata, ma non altrettanto presto interpretata. C’è un corvo che passa le sue giornate in una strana bottega, che si chiama, appunto, Retrobottega. Qui il venditore mette in ordine, spolvera, sposta, maneggia tutti gli strani oggetti che vi sono contenuti. Ogni giorno, a partire dall’alba, i suoi clienti arrivano a fila e per ognuno il corvo ha la cosa giusta. Un giorno la solita routine è interrotta dall’arrivo di una creatura misteriosa e affascinante, che entra silenziosa, non risponde alle domande, passa del tempo dormendo su una poltroncina e poi se ne va. Sul cuscino dove si era posata rimane un uovo. Chi sarà mai stata quella creatura? Difficile saperlo. È chiaro, però, per il venditore che probabilmente un giorno tornerà.
Dare un’interpretazione unica ad un libro come questo non è possibile. Ogni lettore trova la sua, leggendo il testo scritto in prima persona e osservando le originali illustrazioni. Probabilmente, diverse saranno le interpretazioni che anche uno stesso lettore darà ad ogni nuova lettura. L’atmosfera onirica, rarefatta e retrò di queste pagine, infatti, svela continuamente dettagli particolari degli oggetti e dei personaggi, anche perché, grazie ad una particolare tecnica di giochi di trasparenza, tutto, in questa bottega, sembra restare sempre uguale e allo stesso tempo continuare a cambiare.
Un libro intrigante che attira o respinge senza permettere una linea intermedia. Un libro fondamentalmente filosofico che penetra nell’indescrivibilità di ciò che non si può comprendere fino in fondo, dell’inatteso, di ciò che arriva e scombussola (forse non per molto) la quieta quotidianità, creando temporaneo imbarazzo e scompiglio, finché l’abitudine riprende il suo potere, lasciando aperta, però, la porta alla speranza che questo inaspettato qualcosa tornerà.
Un’ultima considerazione: Lisbona con il suo tram giallo, i suoi poggioli in ferro battuto, le sue piastrelle disegnate e il mare sullo sfondo sembra essere la città che ospita il corvo e il suo Retrobottega. Ma forse non lo è. Dipende anche questo da ciò che ogni lettore riesce a vedere.