E ora un nuovo Statuto

Alla Festa per il Patto Degasperi – Gruber presentata la Consulta che dovrà prefigurare l'autonomia del futuro

C'è stato un regalo simbolico – l'Aquila di San Venceslao consegnata al popolo trentino – ed una novità significativa a segnare la Festa dell'autonomia nei 70 anni dell'Accordo Degasperi – Gruber. La presentazione dei 25 membri selezionati nella società politica e civile che avranno il compito di elaborare in modo partecipato la riforma del nuovo Statuto, appuntamento decisivo per aggiornare quell'autonomia “in divenire” presentata dal governatore Ugo Rossi.

Nel suo intervento durante la commemorazione ufficiale, il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti ha decisamente auspicato una condivisione con il lavoro analogo svolto dalla parallela “Convenzione” a Bolzano, rilanciando la prospettiva di una nuova Regione: “Solo un robusto involucro regionale potrà salvaguardare le rispettive autonomie provinciali”, ha detto Dorigatti guardando negli occhi il governatore Kompatscher, presente per la prima volta in Sala Depero in quest'occasione, perchè – ha spiegato – “le aspirazioni autonomistiche di Trento e Bolzano possono realizzarsi solo all'interno di un unico processo politico-istituzionale”. Secondo Dorigatti, “dobbiamo immaginare una nuova Regione che sia reale unione di due comunità, figlia di una necessaria revisione statutaria, dove possano ulteriormente crescere le competenze delle due province ed allargarsi i rapporti di collaborazione transfrontaliera”.

C'erano nella sala Depero, ravvivata dalle voci del coro “Coronelle”, anche le 118 fasce tricolori dei sindaci (lo scorso anno erano 210, ed è scattato un applauso per questo snellimento) che hanno condiviso le richieste di Paride Gianmoena, presidente della loro Conferenza che ha prefigurato “un'autonomia delle autonomie”.

La valenza storica – non solo geografica ma anche politica – del quadro regionale (il famoso frame del testo inglese del Patto) era stata illustrata dallo storico prof. Giuseppe Zorzi nel suo inquadramento della genesi dell'Accordo di Parigi: “Nello scenario internazionale bipolare del secondo dopoguerra – ha osservato – non può certo stupire se sia la Realpolitik delle 4 potenze vincitrici a fare da cornice storica a questo Accordo”.

“E' un fatto – ha aggiunto Zorzi – che in 70 anni di vita queste due autonomie speciali sono cresciute in un comune quadro regionale siano diventate piante rigogliose e dalle radici profonde come da nessuna altra parte d’Italia. Questa non è storia di privilegi, e nemmeno di beni acquisiti una volta per sempre. È piuttosto il riflesso di una intuizione comunitaria dai risvolti pratici, che da tempo ha preso questa “terra tra i monti” come casa”.

Le sfide sono quotidiane, come ha osservato il ministro Paolo Gentiloni sul tema dei migranti al Brennero, elogiando peraltro le posizioni assunte dall'Euroregione e anche il protagonismo della Provincia autonoma (e dell'Arcidiocesi, lo ricordiamo!) nella realizzazione dei corridoi umanitari per i profughi dal Libano.

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