Remo Cadonna, anima del Villaggio SOS

Non vorranno mancare al funerale gli ex ragazzi del Villaggio SOS di Trento per salutare venerdì alle 15 nella chiesa di Sant’Antonio il loro “dirigente” Remo Cadonna, scomparso alla RSA di Cadine mercoledì 21 novembre appena due giorni dopo aver compiuto i 92 anni.

Ringrazieranno il Signore perché Remo è stato uno dei pionieri della comunità sorta sulla collina di Gocciadoro, “anima” e interprete trentino dell’intuizione generosa dell’austriaco Hermann Gmeiner, diffusasi poi in tutto il mondo.

Cadonna ha diretto il Villaggio SOS nei primi 25 anni, dal 1964 al 1986, realizzando così insieme alle “mamme” nelle nuove casette il desiderio della promotrice Zita Lorenzi (appoggiata dagli amministratori comunali) di accogliere tanti ragazzi e giovani che non potevano contare su una famiglia. Per tanti di loro, poi diventati genitori e anche nonni, il direttore Cadonna è stata un’autorevole figura in cui riporre sempre fiducia. E lui, maestro elementare cresciuto all’oratorio del Duomo, aveva trovato in quell’incarico non facile la possibilità di esprimere quei valori di umanità e di fede che aveva respirato in famiglia (il fratello, don Ezio Cadonna, è stato pioniere dell’ecumenismo) e nelle file dell’Azione Cattolica trentina.

Anche 30 anni dopo l’uscita dal Villaggio, riceveva le visite dei suoi ragazzi e sfogliava volentieri l’album dei ricordi, riandando col pensiero – come confidava due anni fa a Vita Trentina – a quello stereo gracchiante che diffondeva nelle stradine del villaggio l’annuncio natalizio del “Tu scendi dalle stelle…”. Ai figli Rita e Franco (che prosegue come vicedirettore del Villaggio il servizio del padre) le condoglianze della famiglia di Vita Trentina.

Remo Cadonna

Non è leggenda, come non era poesia anche la vita quotidiana dentro il Villaggio, dove però si è sempre cercato di creare relazioni “calde”, attente ai bisogni di ogni singolo bambino.

“Nel periodo natalizio ricordo anche che dovevamo dedicare non poco tempo ad aggiustare manualmente i giocattoli usati che ci venivano regalati. Li rimettevano in sesto, a disposizione delle mamme come dono di Gesù Bambino”, è un altro ricordo di Cadonna che si commuove davanti ad un particolare: “Talvolta i benefattori ci portavano oggetti appartenuti a bambini scomparsi prematuramente ed era confortante veder rivivere un triciclo o una bicicletta con i nostri ragazzi in sella”.

A proposito, nelle sere prenatalizie c’era da girare di casa in casa per ripristinare le luminarie di un albero di Natale o per consolidare un fondale a rischio, tanto che spesso papà Remo arrivava all’ultimo momento ad allestire il presepe della propria casa, dove lo aspettava l’indimenticabile moglie Mariella Masera, con la sua presenza discreta e partecipe, ed i due figli. Uno dei due, Franco è oggi il vicedirettore (accanto al direttore Giovanni Odorizzi) di una realtà che è chiamata continuamente a evolvere in risposta a bisogni nuovi di un contesto sociale ogni anno diverso. “Come avveniva fin dai tuoi tempi – confida oggi Franco a papà Remo – anche quest’anno al Villaggio è arrivata Santa Lucia con il suo asino e la “strozega” preparata dai bambini, portando dolcetti e frutta secca distribuiti ad ognuno di loro, casa per casa”. Un segnale di continuità all’insegna del dono, un sorriso anche nella vecchiaia di Remo Cadonna che ha lasciato il Villaggio esattamente 30 anni fa ma ha continuato a seguirlo col cuore.

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