Quando Riccardo Corradini, giovane roveretano, studente di medicina all’Università di Siena, partì per Gaza per la prima volta, non erano ancora successi i fatti del 7 ottobre 2023, e la rappresaglia militare israeliana non aveva ancora causato le oltre 44 mila vittime tra i palestinesi che nell’ultimo anno hanno insanguinato il Medio Oriente.
La situazione nella Striscia, però, nel 2019 era tutt’altro che serena, anche se la vita provava a scorrere il più possibile in una situazione di relativa normalità. Appare come un tentativo di normalità, quindi, anche l’accordo che permise a Riccardo di essere il primo studente al mondo a partecipare al programma europeo di scambi universitari Erasmus nella Striscia di Gaza. Non certo il tipo di Erasmus a cui siamo abituati, ma un vero e proprio tirocinio sul campo, per un giovane che, all’epoca, voleva capire se la strada della medicina fosse quella giusta per lui e per il suo futuro.
“Erasmus in Gaza”, il film documentario che racconta questa particolare esperienza, è infatti prima di tutto una storia di formazione, in cui i dubbi e le incertezze del protagonista si vanno a inserire in un contesto decisamente più grande di lui, fatto di bombardamenti, evacuazioni improvvise e feriti gravi. Perché la guerra, nei martoriati territori palestinesi, non è certo cominciata il 7 ottobre 2023. A fare da contraltare sono le relazioni e le amicizie che Riccardo riesce a costruire con i colleghi, i coinquilini e le persone che incontra nel corso dei mesi trascorsi lì. Sarà che nei contesti difficili come quelli di guerra i legami si saldano in maniera più stretta, ma è dalla forza e dall’umanità di questi scambi che si alimenta quella flebile speranza di pace, anche in una situazione senza via d’uscita come quella della Gaza di oggi.
Un documentario utile per capire qualcosa in più su un conflitto che non sempre viene narrato nella maniera corretta, con la capacità di trasmettere quello che le vittime provano. “Erasmus in Gaza” emoziona e colpisce, come dimostra l’interesse dei tanti giovani che hanno partecipato, giovedì 21 novembre, alla sua proiezione alla Bookique di Trento, promossa da Erranti e Sanbaradio, alla presenza dello stesso Corradini. E se al termine della visione del film stringe il cuore ritrovare, cinque anni dopo, alcuni dei protagonisti che, in lacrime, da sotto le bombe fanno appello al cessate il fuoco, conviene tornare a quella piccolissima speranza che, con la conoscenza e la sensibilizzazione, anche a Trento ha trovato nuovo modo di alimentarsi.