È visitabile da sabato 21 dicembre (fino al 28 febbraio dalle 10 alle 18, con ingresso libero) alle Gallerie la mostra “Occupied Territories, stories from Lebanon, Gaza & West Bank” del giornalista e fotografo italiano Fabio Bucciarelli, riconosciuto a livello internazionale. La mostra è organizzata da Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo e Fondazione Museo Storico del Trentino con l’aiuto di Anvcg – Associazione nazionale vittime civili e di guerra e Unimondo.
“Occupied Territories” sarà presentata alla stampa lunedì 23 dicembre alle 14.30 alle Gallerie. Saranno presenti Raffaele Crocco (Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo e curatore della mostra), Giuseppe Ferrandi (Fondazione Museo storico del Trentino), Pierino Martinelli (Fondazione Fontana, Unimondo) e Fabio Mattevi (Anvcg, sezione di Trento).
“Questa mostra vuole essere un grido d’allarme. Vicino a noi, poche centinaia di chilometri al di là del mare, si sta consumando una tragedia che ha pochi precedenti, per ferocia e determinazione di chi vuole uccidere”, spiega il direttore dell’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo. “Nel Vicino Oriente, Israele ha deciso l’annientamento di un popolo e, contemporaneamente, ha avviato una politica di aggressione in nome di una ipotetica “pace duratura”, da realizzare con la sconfitta definitiva e totale dei nemici: l’Iran e Hezbollah. È vero: tutto è ricominciato dopo l’attacco sanguinario di Hamas il 7 ottobre 2023. Ma la risposta del governo di Tel Aviv ha mostrato al Mondo come Israele da tempo meditasse e preparasse una soluzione definitiva. Finale. Quello che accade in queste ore a Gaza e in Libano lo dimostra. Paradossalmente, però, non è questo l’allarme. Questa è la tragedia, questo è l’eccidio. L’allarme è che Israele oggi, nel panorama complesso e militarizzato del Mondo, può diventare la scheggia incontrollabile. L’eccidio di Gaza, la decisione di attaccare il Libano, l’Iran, la Siria, la dichiarata voglia di “avere finalmente la Pace, perché il nemico è annientato”, sono le facce di una pazzia politica pericolosa. Israele, oggi, è il Paese che si dice democratico, ma impedisce ai giornalisti di documentare ciò che accade e caccia gli operatori umanitari delle Nazioni Unite dal proprio territorio. Quello che si deve fare, allora, è documentare il massacro, raccontare il crimine. Fabio Bucciarelli lo ha fatto. È sceso all’inferno per raccontarci con le sue foto cosa accade”.