Nella mente oscura del dottor Jekyll

Sergio Rubini (primo a sinistra nella foto di scena) firma anche la regia de “Il caso Jekyll”, lavoro tratto dal romanzo di Robert Luis Stevenson

Il tema del doppio che alberga in ciascuno di noi, sviluppato da Robert Louis Stevenson nella sua opera forse più conosciuta “Lo strano caso del dottor Jekyll e di mister Hyde”, portato più volte in scena e pure sul grande schermo, viene riproposto dall’attore Sergio Rubini in un nuovo adattamento scritto con Carla Cavalluzzi e prodotto da Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Marche Teatro e Teatro Stabile di Bolzano.

“Partendo dalla considerazione che il celebre romanzo di Stevenson sia un’apologia sulla condizione umana avendo come tema centrale il doppio, che poi è il doppio che alberga in ognuno di noi, abbiamo sviluppato una drammaturgia che avesse una chiave più chiaramente psicanalitica, più vicina a quelle teorie che si svilupparono quasi mezzo secolo dopo la pubblicazione del racconto stevensoniano, e che ebbero il massimo dell’espressione negli approdi scientifici prima di Freud, poi di Jung”, spiega Rubini nelle note di regia. Spogliato da qualsiasi soluzione allegorica usata da Stevenson e che dà il carattere fantastico a tutta la storia, in testa a tutti la metamorfosi di Jekyll in Hyde attraverso un esperimento chimico, la cosiddetta “pozione”, “Il caso Jekyll” è piuttosto un viaggio nell’inconscio di un grande luminare alla ricerca delle cause della malattia mentale. Spiega ancora Rubini: “Il racconto da cui siamo partiti è in effetti solo d’ispirazione a una storia più vicina ai temi della nostra contemporaneità che offra allo spettatore la possibilità non solo di rispecchiarsi in quelli che sono i pericoli ma anche i piaceri che scaturiscono dalla propria ombra, ma anche di essere uno spunto di riflessione sulla necessità di dialogare col proprio inconscio, portarlo fuori e condividerlo con la collettività nonostante la tendenza della società di reprimere tutto ciò che esca dal canone”. E aggiunge: “Durante lo spettacolo poniamo degli interrogativi, il pubblico interpreta e cerca di comprendere la mente criminale, scopre la scena del crimine, alla ricerca di un senso. Assassini si nasce o si diventa? Quali sono i fattori che hanno portato Jekyll a scegliere di liberarsi e di liberare Hyde”.

In scena con Sergio Rubini e Daniele Russo ci sono Geno Diana, Roberto Salemi, Angelo Zampieri, Alessia Santalucia.

Lo spettacolo, in tournée in Italia, approda dal 9 al 12 gennaio al Teatro Stabile di Bolzano (Sala Grande) ed è incluso nella stagione di prosa (la data del 12 gennaio anche nel nuovo abbonamento dedicato alla Bassa Atesina). Sipario il 9 gennaio alle 20.30, il 10 e l’11 alle 19, il 12 alle 16. “Il caso Jekyll” è proposto anche nell’ambito della stagione di prosa del Centro Santa Chiara di Trento, al Teatro Sociale il 16 e 17 gennaio alle 20.30, il 18 alle 18 e il 19 alle 16.

Informazioni e biglietti: www.teatro-bolzano.it

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