Il nome: da un de Setauro citato nel 1086 si arriva a un Sutorum, poi un Subtaurum e infine nel 1487 a un de Storo. Il toponimo non ha una chiara origine, ma è certamente prelatino. L’etimologia che lo fa derivare da un Vicus Tauris appare agli storici del tutto di fantasia così come quella che lo vorrebbe derivare da septemturres. È presidio tra le Basse Giudicarie, il Garda e il Bresciano. Storo è il comune più popoloso delle Giudicarie. È centro culturale, commerciale, artigianale e agricolo (allevamenti, pescicolture, latticini). Intensamente coltivata (soprattutto a mais da polenta) è la piana del Chiese. Primaria è l’attività manifatturiera, ma anche commercio e artigianato del legno. Crescente è lo sviluppo del turismo.
Lo stemma è stato riconosciuto il 3 ottobre 1929 e si rifà alla paraetimologia del toponimo. Ha ottenuto il titolo di Borgata dal vescovo Carlo Emanuele Madruzzo nel 1636. Da secoli ha come emblema, su sfondo azzurro, un castello d’oro a sette torri quadrate, contigue, coperte a cuspide, cimate da sferette, finestrate di rosso, su quattro scarpate fondate su una muraglia movente dalla punta, il tutto d’oro su campo azzurro. Nella carta intestata del Comune appare anche una fascia rossa. Negli ornamenti di Comune non si fa uso di fronde.