Il Darwin di Paolini, elogio del pensiero

Lo spettacolo scritto da Marco Paolini con Francesco Niccolini e Telmo Pievani non è un biopic su Charles Darwin, ma piuttosto un’esplorazione del processo che porta alla nascita di un pensiero razionale, libero da condizionamenti ideologici

Si sta concludendo la tournée in regione di “Darwin, Nevada” un lavoro che Marco Paolini ha scritto con la collaborazione di Francesco Niccolini e Telmo Pievani. È stato a Rovereto e a Trento, e dal 27 febbraio al 2 marzo sarà al Comunale di Bolzano (il 27 alle 20.30, il 28 e il 1° marzo alle 19, il 2 marzo alle 16).

Conosciamo tutti Charles Darwin, o almeno pensiamo tutti di conoscerlo. Lo ricordiamo tutti con la barba bianca, vecchio e assorto, appoggiato alla sua veranda a Down House. Altrimenti, lo ricordiamo giovane, curioso e con il mal di mare nel suo viaggio planetario sul brigantino Beagle. Ma ciò che è veramente interessante della sua storia sta proprio… nel mezzo. La storia meno conosciuta di Darwin è il «Darwin di mezzo», tra il viaggio del Beagle e la pubblicazione del testo fondamentale “Sull’origine delle specie”, una storia teatrale di per sé. È una storia di umanità, di fiducia nella scienza, di debolezze, paure, incertezze, persino di codardia e anche un po’ di commedia…

Marco Paolini compone narrazioni, Matthew Lenton crea teatro d’immagini e visioni. “Darwin, Nevada” è la loro creazione originale per raccontare un uomo che cova l’uovo di un pensiero nuovo, ma che è restio a deporlo e lo tiene dentro in attesa di tempi maturi. Dimenticate i libri, le biografie, la storia: questo è teatro. Una giovane attivista climatica travolta da piogge torrenziali nel deserto di Mojave, lo sceriffo fondamentalista di Darwin, città di 27 abitanti al confine tra California e Nevada, Emma vedova di Charles e le farfalle monarca sono tutti elementi dello scenario intorno a cui Lenton e Paolini hanno deciso di lavorare per raccontare la genesi della più scomoda teoria del pensiero scientifico oggi a rischio di estinzione (perché difficile da addomesticare), insieme a buona parte delle specie selvatiche del pianeta.

In questo lavoro l’obiettivo di Paolini non è creare un biopic su Darwin, ma esplorare il processo che porta alla nascita di un pensiero razionale, libero da condizionamenti ideologici. In quest’ottica, “Darwin, Nevada” si inserisce nel percorso teatrale dell’autore, che da anni cerca di coniugare riflessione scientifica e impegno civile, come nelle sue opere precedenti “Il racconto del Vajont”, “Galileo” e “Bestiari”.

La collaborazione tra Paolini e Lenton ha portato a uno spettacolo esteticamente interessante, con un equilibrio non sempre perfetto tra la forma visiva e il contenuto filosofico e scientifico. Le immagini evocative a tratti suppliscono ad una narrazione non sempre solida. La riflessione su scienza, evoluzione e crisi ecologica è comunque convincente.

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