“In questo momento di particolare complessità, ci troviamo ad affrontare una sfida sempre più pressante: il crescente ricorso all’ospedalizzazione di persone con disagio psichico disposta dalla magistratura, fenomeno che sta mettendo a dura prova l’intero sistema di cura”. Lo scrive in una lettera aperta il Gruppo di progettazione partecipata (Gpp) del Servizio di salute mentale di Trento, un organismo che promuove e garantisce la gestione condivisa attraverso il coinvolgimento di tutte le componenti interessate: utenti, familiari, cittadini, volontari, medici e operatori.,
“Assistiamo con apprensione al diffondersi di un pericoloso equivoco nell’opinione pubblica: l’automatica associazione tra sofferenza psichica e pericolosità sociale. Questa visione distorta, che ignora i notevoli progressi raggiunti nella cura e nella riabilitazione, rischia di riportarci a un passato che credevamo superato, quando il ‘diverso’ veniva semplicemente allontanato dalla società”, prosegue il Gpp.
“Di fronte a questa complessità, è indispensabile una risposta coordinata tra tutte le istituzioni: sanità, giustizia, forze dell’ordine, amministrazioni locali e associazioni. Solo attraverso una chiara definizione di ruoli e competenze, e un’efficace collaborazione, potremo sviluppare soluzioni che tutelino sia i diritti dei pazienti sia la sicurezza della comunità. La psichiatria non può e non deve diventare un contenitore indifferenziato di emergenze sociali. Serve con urgenza un cambio di prospettiva che privilegi una gestione integrata dei casi critici, con percorsi e strutture appropriate per le diverse forme di disagio psichico”, conclude il Gpp.