“Sento dentro di me una grande commozione e una grande nostalgia, perché non potremo più sentire la voce di papa Francesco. Ma sono sicuro che quanto ha seminato ha segnato talmente tanto la Chiesa che non potremo fare a meno di ripartire da lì“. Lo ha detto l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi, che questa mattina ha convocato una conferenza stampa per parlare della scomparsa di papa Francesco.
Il vescovo di Trento ha incontrato l’ultima volta il pontefice in occasione della consegna dell’albero di Natale della Val di Ledro. “Ma l’incontro intensissimo è stato quello durante la visita ‘ad limina’. In quel colloquio che ho avuto con i miei confratelli del Triveneto, gli ho chiesto molte cose. Mi ha detto di andare avanti, di non avere paura, di continuare. Tutte le volte che l’ho incontrato mi sembrava di parlare con una persona amica, non con un’autorità“.
Don Lauro è stato nominato vescovo proprio da papa Francesco nel 2016. Oltre a lui, è stato nominato da Bergoglio un altro vescovo trentino: l’arcivescovo don Ivan Maffeis, che presta servizio nella Diocesi di Perugia-Città della Pieve. “L’ho pensato ripetutamente in questi anni e ancor più in queste ore: aver ricevuto la nomina da questo Papa mi rende felice. Sono contento che un simile papa mi abbia nominato vescovo”.
Il vescovo di Trento ha ricordato anche l’attenzione di Francesco verso i poveri. “Tra i grandi lasciti di papa Francesco c’è l’attenzione ai poveri. Per me la sua vita è un faro di luce. E in questi anni ho provato come potevo a rilanciare questo suo messaggio: una Chiesa senza i poveri non è più Chiesa. Un vescovo che trascura i poveri non è più un vescovo del Vangelo. Tra le tante lezioni, quella dei poveri è la più alta”.