La Valsugana punta sull’idrogeno

Termina la sperimentazione fuel cell in val di Fiemme. La proposta di Pedenzini: “Sarebbe un peccato mettere tutto in garage…”

Dopo la Val di Fiemme i bus a fuel cell potrebbero entrare in servizio in Valsugana. La proposta arriva dal territorio. Se ne fa portavoce l'assessore comunale di Strigno Attilio Pedenzini: “Qui a Villa Agnedo c'è la ditta che li produce e ne cura lo sviluppo. Facciamo qui anche un nuovo distributore. C'è ArteSella, il Brocon, il Lagorai ma anche l’asta del Brenta fino a Bassano”.

Una proposta forte. A fine mese, a quanto pare, ci sarà la chiusura del programma avviato dalla Provincia in Val di Fiemme, sugli autobus a fuell cell e l’idrogeno. “Allora perché non utilizzare quelli esistenti come mezzi pubblici puliti e innovativi ricavandone un ritorno di immagine mondiale? Qui abbiamo altri progetti, che riguardano anche l’ENAIP di Borgo, che dimostrano come la valle abbia intrapreso con determinazione la via dell’alta formazione e della qualità produttiva e ambientale”. L’azienda Dolomitech, dal 2010, sta lavorando per introdurre e consolidare questa tecnologia in Trentino e in Valsugana. “È l’unico costruttore italiano di veicoli a così elevata tecnologia, è stato attivato il distributore di Panchià, in val di Fiemme, costruiti due minibus a fuel cell entrati nella flotta di Trentino Trasporti per i Mondiali di Fiemme. Ma a fine mese – ricorda Pedenzini – termina la sperimentazione e ancora non ci sono segnali di prosecuzione, con il rischio di smantellare il distributore e confinare i mezzi in un garage piuttosto che consolidare una eccellenza tecnologica tutta trentina”. Come mai tutto questo? “In un anno e mezzo di attività ci sono stati due soli guasti, che non hanno interrotto il servizio pubblico. E l’efficienza si è dimostrata particolarmente elevata, con consumi più che dimezzati rispetto al Diesel”.

È una questione di costi, quindi? “Nei prossimi 7 anni l’Europa mette sul piatto 22 miliardi di investimenti per l’innovazione. Ben 1,3 sono destinati all’idrogeno e alle fuel cell. Bolzano investe oltre 20 milioni per sviluppare una tecnologia pulita. Ma il Trentino cosa fa? Chiude un progetto che ci pone all’avanguardia, unico esempio di flotta fuel cell in ambiente alpino”. Pedenzini non ci sta e rilancia. “Siamo gli unici in Italia e fra i pochissimi al mondo ad avere questa tecnologia in casa e a poter offrire un modello esportabile in altri contesti alpini”. Allora continuiamo la sperimentazione in Valsugana? “Proprio così. Ma è necessario che la Provincia decida in fretta cosa vuole fare. Valorizziamo i risultati raggiunti creando sviluppo industriale e nuovo lavoro qualificato o perdiamo il treno, anche economico, riducendoci a comprimari? Usiamo i fondi europei per lo sviluppo sostenibile o li lasciamo agli altri? Servono scelte, e servono adesso, che orientino la politica industriale trentina. Ecco perché bisogna proseguire la sperimentazione dei bus a fuel cell. Se non più in Val di Fiemme facciamolo in Valsugana. Ci vuole coraggio e capacità di investire oggi per raccogliere i frutti domani. Ma soprattutto per evitare di buttare alle ortiche una simile esperienza. Un futuro in garage per i bus a fuel cell sarebbe davvero una scelta incomprensibile”.

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