Il titolo è suggestivo, evocativo, nulla da dire. Quel “Profugopoli” – libro inchiesta di Mario Giordano, direttore del Tg4, edito da Mondadori – richiama le varie Tangentopoli, Maturopoli, Vallettopoli, Scommessopoli e via dicendo. Molto più esplicito il sottotitolo: “Quelli che si riempiono le tasche con il business degli immigrati”. In libreria dall’8 marzo, si è già conquistato una paginona sul Corriere della Sera (firmata da Gianantonio Stella). Che l’accoglienza dei migranti – comunque vittime, Giordano, che ha mosso i primi passi nel giornalismo al settimanale diocesano di Torino, non dovrebbe dimenticarselo – possa suscitare interessi, anche poco puliti, non è un mistero: l’inchiesta Mafia capitale qualcosa l’ha detto. Ma di fronte alla complessità del fenomeno migratorio le facili semplificazioni (ne fa le spese anche Elio Nave titolare dell’Hotel Quercia di Rovereto) non aiutano e danno solo fiato alla bolla mediatica, come denuncia il recente convegno di Villa Sant’Ignazio (vedi a pagina 7). E poi fa specie che Giordano si scandalizzi perché una delle società da lui “scovate” si trovi “nel noto paradiso fiscale dell'isola di Jersey”, dove peraltro hanno sede anche molte, importanti imprese italiane. Senza che ciò susciti indignazione.

