In centrale come al museo

A Santa Massenza più di 2 mila i visitatori dal giorno dell'apertura degli impianti idroelettrici al pubblico

Dal 24 maggio scorso ad oggi sono più di 2 mila i visitatori alla centrale idrolettrica di Santa Massenza dove confluiscono le acque del bacino idrico del fiume Sarca e dei suoi affluenti piccoli o grandi che siano, attraverso due chilometrici canali di adduzione, quasi tutti in galleria, che fanno riferimento al bacino di Ponte Pià e al lago di Molveno.

Il dato supera ogni più rosea aspettativa, a detta di Ilaria Boccagni, responsabile della comunicazione del Gruppo Dolomiti Energia, la società che ha ereditato l'impianto ed è chiamata alla sua gestione. Meraviglia in quanto l'ingresso è a pagamento, pur con riduzioni per famiglie, over 65, gruppi e agevolazioni (gratuità per disabili e ragazzini) e nel rispetto di un orario da concordare che dal lunedì al venerdì prevede l'accesso alle 15 e alle 17 il sabato e la domenica; il sabato e la domenica alle 10.30 e alle 15 la visita è effettuata con una guida.

Per rendere praticabili l'iniziativa, prima ed unica in Italia, l'ente gestore ha istituito un proprio braccio operativo detto “Dolomiti Ydrotour” formato da tecnici e da guide, per ora in servizio all'interno della centrale di Santa Massenza e, in prospettiva, in un sistema a rete, dalle sorgenti del Sarca, a bacini, condotte ed altri impianti che producono energia elettrica, ovvero pulita.

Al momento della costruzione che ha preso il via nel 1947, immediato dopoguerra, sulla spinta di una gran voglia collettiva di ricostruzione, per concludersi un decennio dopo, la centrale di Santa Massenza era uno dei più potenti a livello europeo. Lo è tuttora in Trentino e rientra in un più ampio e articolato sistema di opere idroelettriche che comprende anche gli impianti di Torbole, Nembia, Toblino, Dro e Fies.

Al visitatore è dato di prendere visione della complessità delle opere e di conoscere i sistemi di sfruttamento dell'acqua, dei benefici per l'uomo, della più recente attenzione all'impatto ambientale delle strutture annesse, grazie ad un circuito mediatico che l'accompagna durante il percorso, ossia lungo i 200 metri di lunghezza della galleria di accesso, alla monumentale sala delle turbine, collocata in un antro alla profondità di 600 metri, di oltre 150 mila metri cubi di ampiezza e poi al centro di controllo informatizzato sull'intera rete.

Il complesso progettato da Giovanni Muzio, architetto milanese artefice fra l'altro della sede dell'Università Cattolica, della Triennale milanese, e della basilica dell'Annunciazione a Nazareth, lascia a bocca aperta. Non finisce di stupire soprattutto quando attraverso la proiezione su schermi giganti di spezzoni di filmati dell'epoca di costruzione con operai al lavoro muniti di lampade a carburo, azionando trapani pneumatici per i fori nella roccia per le mine, carrelli, micce e quintali di polvere da sparo, ti è dato di calarti nella faticosissima vita dei minatori, carica di rischi.

Ottomila i lavoratori provenienti da tutt'Italia, che hanno collaborato alla realizzazione di queste opere che hanno lambito il fronte dei ghiacciai dei gruppi montuosi Adamello e Brenta, imbrigliando sorgenti, rivi, torrenti e fiume Sarca, facendo defluire tutte le acque di superficie, comprese quelle dei laghetti alpini attraverso sifoni e scarichi che le convogliano in gallerie. Una quarantina di operai, hanno perso la vita, molti hanno subito menomazioni in infortuni sul lavoro o riportando malattie croniche come la silicosi. I nomi delle vittime sono riportati in una stele in riva al lago di Molveno, al centro del complesso idraulico e idroelettrico in quanto bacino naturale che scarica acqua a Santa Massenza, pronta a rispedirla in quota dopo un salto di 800 metri, in caso di necessità.

Non è questo il momento, perché ci dice l'ing. Luigi Magnaguagno, già dipendente Enel con un'esperienza ultraventennale nel settore, il quale è solito rispondere ai quesiti dei visitatori, l'acqua abbonda. Non ce n'è mai stata tanta negli ultimi 30 anni e la domanda di corrente elettrica, però, è diminuita con la crisi economica dal 10 al 20% scombussolando il mercato e le tariffe.

Nella notte fra domenica 29 giugno e lunedì 30 la pioggia caduta, valutabile in milioni di metri cubi, ha fatto scattare il sistema di sicurezza provocando l'automatico azionamento delle paratie di deflusso. Alcune turbine sono cosi bloccate, altre sottoposte a manutenzione. Una volta usciti all'aperto ti senti immerso nell'acqua, che in centrale non vedi, dei laghi di Santa Massenza, Toblino, Cavedine e Garda in un pianoro in parte occupato dagli impianti d'alta tensione e da tralicci e in parte da ampi parcheggi, interamente costruito con il materiale roccioso scavato da mille mani callose di un formicaio umano.

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