Anche a Rovereto un’installazione realizzata da Oriente Occidente vuole sollevare l’attenzione sulla violenza che il governo israeliano sta esercitando sul territorio e sulle persone civili a Gaza, in particolare il 9 maggio, Giornata dell’Europa. Una serie di poster di artiste e artisti palestinesi saranno esposti fino a lunedì nella galleria dell’Urban Center. Per ricordare che non c’è Europa da celebrare che permetta ciò che sta accadendo a Gaza.
“Senza Gaza il mondo muore. Ed è altrettanto vero che senza Gaza siamo noi a morire. Noi, italiani, europei, umani”. Questo si legge nell’appello promosso da Paola Caridi, Claudia Durastanti, Micaela Frulli, Giuseppe Mazza, Tomaso Montanari, Francesco Pallante ed Evelina Santangelo che chiede per il 9 maggio di parlare di Gaza e di farlo ovunque: su siti, canali video, social, nelle strade e nelle piazze, sempre con gli hashtag #ultimogiornodigaza e #gazalastday.
Le opere esposte da Oriente Occidente sono parte del progetto Flyers_for_Falastin, una campagna di affissione avviata da quattro amici in Belgio che hanno voluto lanciare l’iniziativa per invitare le persone a una concreta solidarietà con la Palestina attraverso l’arte. Artisti e artiste hanno messo a disposizione gratuitamente i loro lavori, scaricabili e stampabili liberamente: un invito a riempire strade, piazze, scuole e centri culturali di immagini che diano voce al popolo palestinese.
L’appello
“Il 9 maggio è la Giornata dell’Europa: ma è anche l’ultimo giorno di Gaza. Perché il tempo sta finendo, per questa terra nostra. Questa terra del Mediterraneo, il mare che ci unisce.
Per questo, in quella giornata in cui ci chiediamo chi siamo, vi chiediamo di parlare di Gaza, di farlo ovunque vorrete. E di farlo, tutte e tutti, sulla rete: su siti, canali video, social. E sempre con l’hashtag #GazaLastDay, #UltimogiornodiGaza.
Senza il mondo Gaza muore. Ed è altrettanto vero che senza Gaza siamo noi a morire. Noi, italiani, europei, umani.
Per rompere il silenzio colpevole useremo la rete, che è il solo mezzo attraverso cui possiamo vedere Gaza, ascoltare Gaza, piangere Gaza.
Perché possano partecipare tutte e tutti, anche solo per pochi minuti. Anche chi è prigioniero della sua casa, e della sua condizione: come i palestinesi, i palestinesi di Gaza lo sono. Perché almeno stavolta nessuna autorità e nessun commentatore allineato possa inventarsi violenze che occultino la violenza: quella fatta a Gaza.
Sulla rete, e non solo. Per chi vuole mettere in rete ciò che succede nelle piazze e nelle comunità che si interrogano, assieme, su come fermare la strage.
Con la consapevolezza che noi siamo loro. E che a noi – italiani ed europei – verrà chiesto conto della loro morte. Perché a compiere la strage è un nostro alleato, Israele. Per ripudiare l’Europa delle guerre antiche e contemporanee, per proteggere l’Europa di pace nata da un conflitto mondiale, esiste un solo modo: proteggere le regole, il diritto, e la giustizia internazionale. E soprattutto guardarci negli occhi, e guardarci come la sola cosa che siamo. Umani.
Aggiungiamo tutte le parole che vorremo usare all’hashtag #ultimogiornodigaza #gazalastday.
Senza scomunicarne nessuna, senza renderne obbligatoria nessuna. Per chiamare le cose con il loro nome. Ora è il momento di costruire una rete di senza-potere determinati a prendere la parola. E il 9 maggio è la prima tappa di una strada assieme.
Perché la strage, perché il genocidio, abbiano fine. Ora.”
Paola Caridi, Claudia Durastanti, Micaela Frulli, Giuseppe Mazza, Tomaso Montanari, Francesco Pallante, Evelina Santangelo
Hanno firmato anche, tra gli altri: Rula Jebreal, Ascanio Celestini, Paolo Giordano, Daria Deflorian, Emma Dante, Emanuele Giordana, Davide Enia, Carlo Feltrinelli