Alla ricerca di un’armonia nazionalpopolare

Al di là delle polemiche il Festival di Sanremo ci lascia canzoni da riascoltare e una sfida da continuare

Il confermato direttore artistico Claudio Baglioni, autonominatosi dirottatore, lo aveva presentato alla vigilia come un “viaggio nell'armonia”. Nonostante le polemiche che lo hanno accompagnato, il 69° Festival della canzone italiana ha provato ad esserlo.

Lo schema vincente dello scorso anno, che aveva riportato al centro le canzoni, è stato riproposto, eliminando le nuove proposte e mandando in gara ventiquattro brani di cui due provenienti da Sanremo Giovani.

Sul palco, dominato quest'anno dal nero, abbiamo visto giovani talenti ancora sconosciuti al pubblico generalista di RaiUno accanto a personaggi alla ricerca di un ultimo raggio di sole sul viale del tramonto, cantanti famosi che hanno confermato la loro arte poetica e musicale e altri che hanno scelto di mettersi in gioco con nuove sonorità e sfide.

A fare da cornice, le esibizioni degli ospiti e i duetti con Baglioni, in un incontro riuscito, anche se a volte sovrabbondante, tra generazioni e mondi diversi, rivendicando il carattere nazionalpopolare di un festival che non contrappone e non appiattisce, ma invita a scoprirsi reciprocamente, ognuno con i suoi gusti e i suoi talenti.

Difficile replicare i risultati dello scorso anno, e infatti gli ascolti, pur mantenendosi alti, sono calati, registrando però un ritorno alla visione dei più giovani.

Televisivamente parlando, catturare e mantenere l'attenzione degli spettatori per più di quattro ore e cinque sere consecutive è impresa titanica e controproducente per la qualità. Ma la televisione è sempre più un prodotto che si consuma non a caldo. Lo dimostra l'aumento del pubblico sui social e degli accessi sulla piattaforma Raiplay, che permette di rivedere le puntate o solo alcuni spezzoni delle stesse, arricchendole con contenuti extra.

Accanto all'onnipresente Baglioni, due nuovi compagni di viaggio in un ruolo per loro non consueto, che hanno affrontato con la giusta dose di autoironia.

Claudio Bisio è stato quello che ha sofferto di più nei panni del conduttore tradizionale e il garbo preannunciato come cifra dei suoi interventi ha frenato un'espressività istrionica che è tornata a galla nei momenti meno ufficiali del copione.

Ha brillato Virginia Raffaele, a cui molti hanno contestato l'essersi lasciata ingabbiare in un ruolo che le sta stretto. Eppure così facendo l'attrice ha mostrato un lato di se stessa che chi non era un suo fan non conosceva, aprendosi strade diverse e ricordando sempre più, nel suo multiforme talento, lo stile di Loretta Goggi.

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