“Qui è altrove”, doc sul teatro in carcere

Il documentario racconta l’esperienza di “Per Aspera ad Astra”

Nel carcere di Volterra, da oltre trent’anni, il regista Armando Punzo e i suoi attori della Compagnia della Fortezza ricercano attraverso il teatro possibili spazi di libertà. L’arte e la cultura diventano la chiave per aiutare le persone in carcere a esprimersi, a rigenerarsi, a trovare spazi di libertà pur vivendo in uno stato di detenzione.

Nasce su questi presupposti il progetto “Per Aspera ad Astra”, avviato nel 2018 e cresciuto attorno all’esperienza di Punzo e della sua Compagnia, con il sostegno di Acri, l’associazione nazionale delle Casse di risparmio e delle Fondazioni di origine bancaria. Una sfida, ma anche un rigoroso e ininterrotto percorso di ricerca che, partito dalla casa di reclusione di Volterra, vede coinvolte oggi sedici compagnie teatrali attive in altrettante carceri italiane, dove realizzano innovativi e duraturi percorsi di formazione professionale nei mestieri del teatro, coinvolgendo, finora, oltre mille persone detenute.

A Trento il progetto ha preso forma all’interno della Casa circondariale di Spini di Gardolo grazie alla compagniaFinisterrae Teatri”, sostenuto da Fondazione Caritro. E sono proprio queste due realtà a proporre venerdì 16 maggio alle 18 16 maggio alle 18 nella sala della Filarmonica la proiezione del documentario “Qui è altrove – buchi nella realtà”.

Scritto e diretto da Gianfranco Pannone, che ha seguito il lavoro di Punzo e degli attori della Fortezza prima del debutto dello spettacolo “Atlantis – cap 1”, il docufilm racconta quell’esperienza, ma indaga anche il senso e la forza del fare teatro.

Qui è altrove – dice Gianfranco Pannone – non è un film sul carcere, ma sul teatro in carcere che si fa linfa vitale. Tuttavia, non si può essere insensibili alla condizione dei nostri istituti di detenzione, che quest’anno hanno registrato al loro interno una sessantina di suicidi, oltre che un po’ ovunque diverse sollevazioni per le condizioni assai difficili all’interno delle celle, per i detenuti come per le guardie carcerarie. L’esperienza di Volterra, che vede Armando Punzo animare da ben 35 anni la Compagnia della Fortezza, composta, insieme a dei professionisti del teatro, da detenuti-attori, è un’isola in un panorama per molti versi desolante, che ci dice una cosa semplice e chiara: ‘un altro carcere è possibile’. Possibile nella misura in cui i detenuti sono anzitutto persone che condividono con altre persone un’esperienza unica perché fortemente umana”.

“All’inizio, forse, nessuno avrebbe scommesso su questo progetto di Teatro in Carcere. Per Aspera ad Astra racchiude in sé il senso dell’utopia quando si realizza”, osserva Armando Punzo, aggiungendo di trovare “straordinario” che il film di Gianfranco Pannone, “Qui è altrove”, provi a dare “precisa e poetica testimonianza” della sua idea di teatro con la Compagnia della Fortezza e delle compagnie che fanno parte del progetto.

La proiezione del documentario, appuntamento inserito nella cornice della Piazza del volontariato, in programma dal 15 al 18 maggio a Trento, sarà anche occasione per raccontare il progetto che Finisterrae Teatri sta realizzando all’interno della Casa circondariale di Trento e che vede coinvolti circa venti attori e attrici accompagnati da una decina di professionisti.

Il percorso, iniziato a ottobre, si concluderà a giugno con la presentazione dello spettacoloLa balena”, un viaggio sulle tracce di Moby Dick. Il progetto permette ai partecipanti di sperimentare i vari linguaggi del teatro, ma anche drammaturgia, regia, scenografia, illuminotecnica. In contemporanea alla creazione dello spettacolo, per avvicinare il carcere e la città, sta nascendo “Inaspettato – un podcast dal carcere di Trento” e un documentario che seguirà gli ultimi giorni di prove e il debutto dello spettacolo.

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