Sarà un autentico evento, nel contesto più ampio del Festival Regionale di Musica Sacra 2025, quello proposto sabato 24 maggio alle 18 a Trento nella chiesa di S. Chiara, in via S. Croce. Un evento perché, se è vero che il Festival – giunto alla 54a edizione – ha sempre offerto almeno un appuntamento dedicato alla musica medievale, questa volta saranno ben 18 i brani eseguiti nella forma tipica della Lauda spirituale, in prima esecuzione moderna.
L’opportunità di gustare queste musiche riscoperte si deve al prezioso e paziente lavoro musicologico di Eddy Serafini, liutista e compositore, docente al Conservatorio di Pesaro, che ha curato la trascrizione, revisione e ricostruzione delle 18 Laude from the second book di Ottaviano Petrucci (Venezia, 1508).
La versione vocale proposta sabato 24 sotto il titolo di “Dulcis Amica Mea” verrà eseguita dall’ensemble Velum Aureo Consort, composto da Isabella Di Pietro (cantus), Alessandro Simonato (altus), Mauro Cristelli (tenor), Niccolò Roda (bassus), Pietro Prosser (liuto in sol), Eddy Serafini (liuto basso in re). Specializzato nella musica rinascimentale e barocca, il gruppo unisce cantanti e strumentisti di consolidata esperienza internazionale ed è nato con l’intento di esplorare e celebrare il ricco patrimonio musicale del passato, con un’attenzione particolare all’autenticità storica delle esecuzioni.
L’attento e meticoloso lavoro di Serafini, che si potrà apprezzare sabato, si è tradotto in un libro, presentato lunedì 19 maggio nella suggestiva cornice della Fondazione Biblioteca San Bernardino a Trento da Marco Gozzi, musicologo e docente all’Università di Trento, specialista della musica medievale. “È stato un lavoro di riscoperta incredibile”, osserva Serafini. “Non è stato facile perché ho avuto continui ripensamenti; volevo raggiungere una versione definitiva che, per la sua scrupolosità ma anche con un po’ di illusione, possa essere più vicina possibile a quella udita cinque secoli fa”.
Il Libro secondo di Ottaviano Petrucci, stampato a Venezia nel 1507, è tra le opere più importanti che testimoniano il mondo della Lauda spirituale tra fine ‘400 e inizio ‘500; l’unico esemplare originale finora conosciuto è custodito in Spagna presso la Biblioteca Colombina di Siviglia. “Da questa raccolta sono tratti i 18 brani della nostra proposta musicale – spiega Serafini -, accompagnati per l’occasione da due liuti rinascimentali (liuto in sol e liuto basso in re) secondo la prassi esecutiva del tempo; tutte queste Laude a 4 voci sono dedicate alla figura della Vergine, su testi in latino e in italiano”.
“I brani, in linea generale, presentano una voce superiore priva di troppi ornamenti e piegata all’intento devozionale del testo; si percepisce quella freschezza espressiva e intelligibilità di un preambolo stilistico che sta per connotarsi e che diventerà, tra qualche decennio, punto di riferimento per i canoni musicali della Controriforma. Nella Lauda, in questo momento del suo percorso di trasformazione, confluiscono (oggi la chiamano ‘contaminazione’) mondi differenti: dalla spontaneità della tradizione popolare con la sua semplicità e immediatezza, fino ad arrivare alla sperimentazione di compositori quali Tromboncino e Cara che, con il loro estro frottolistico, pur coscienti e rispettosi del contenuto sacro del testo, sembrano rivendicare un gusto più profano”.