Colossale sentinella

Inaugurato sabato scorso sul Colle delle Benne, il Forte San Biagio. I lavori di restauro erano iniziati nel 2009 con una spesa di 2 milioni di euro

Dopo i lavori di riqualificazione e di restauro conservativo da parte della Provincia Autonoma di Trento con il progetto “Grande Guerra”, curato dalla Soprintendenza per i beni culturali in collaborazione con il Museo Storico Italiano di Rovereto, è stato inaugurato sabato 20 settembre a Levico Terme il Forte San Biagio sul Colle delle Benne. Una colossale struttura di proprietà del Comune, con i lavori di restauro che, iniziati ancora nel 2009 e recentemente ultimati, hanno comportato una spesa di 1.979.000 euro.

Il sindaco Michele Sartori ha portato il saluto alle numerose autorità intervenute e ai tanti cittadini e turisti presenti; gli architetti Gino Malacarne e Renzo Acler hanno illustrato invece i lavori effettuati dal punto di vista tecnico. Sono seguiti gli interventi di alcune autorità e il presidente nazionale dei Fanti cav. Antonio Beretta con il medagliere e che aveva al suo fianco il presidente provinciale cav. Enzo Libardi, ha consegnato al sindaco una targa con impresso lo stemma araldico della fanteria.

Dopo il taglio del nastro e la benedizione da parte di don Franco Pedrini, il Coro Cima Vezzena ha intonato alcune canzoni. Sono seguite le visite guidate con tutte le illustrazioni da parte dello storico Francesco Filippi, mentre i pensionati dei gruppi di Levico e Barco con la Filo Levico, preparavano un rinfresco per tutti gli intervenuti.

Il Forte San Biagio – Colle delle Benne, è un forte militare austroungarico, che si trova su un’altura a 660 metri di altitudine e domina il lago di Levico. Fu costruito assieme a quello di Tenna tra il 1882 e il 1889 allo scopo di presidiare la Valsugana ed il passaggio potenziale verso Trento. Era costruito su 4 piani con un lungo corridoio protetto da dove si aprivano dei grandi stanzoni laterali.

L’infrastruttura poteva ospitare circa 200 militari e in essa vennero montati quattro cannoni a media gittata e due obici in casamatta rinforzata. Era dotata di energia elettrica, una linea telefonica, una postazione per segnalazioni luminose e un originale sistema per convogliare le acque. L’evoluzione tecnologica degli armamenti e il cambiamento dei piani durante la Prima Guerra Mondiale portarono al completo disarmo del forte che, di fatto, non fu mai usato in azioni belliche ma servì come deposito e osservatorio.

Un’apertura ufficiosa per i turisti già si era fatta ancora lo scorso mese di agosto a cura della associazione Chiarentana che aveva organizzato visite guidate ed altre attività, come la presentazione di “Dolomiti New York”, libro d'artista firmato dalla scultrice trentina Annamaria Gelmi e dalla fotografa Luisella Savorelli, presentato dalla storica d’arte Paola Vettorazzi. E ancora letture di guerra e la possibilità di osservare le stelle. Prossimamente, invece, il Forte delle Benne ospiterà due mostre collegate agli eventi bellici vissuti dalla comunità di Levico.

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