Auguri, Francesco

Vita Trentina, interpretando anche i sentimenti di tutti i lettori, rivolge gli auguri più sentiti di buon compleanno a Papa Francesco che ha compiuto 78 anni. La formula è quella tradizionale, ma le emozioni hanno, in questo momento, il sopravvento per la forte impronta data al suo servizio di vescovo di Roma, pur in tempi così ristretti dall'avvio del pontificato, aprendo il cuore degli uomini di buona volontà alla speranza.

Jorge Mario Bergoglio è nato a Buenos Aires, la capitale dell'Argentina, nel quartiere San Josè de Flores, il 17 dicembre 1936 da una coppia di emigranti piemontesi. Suo padre, Mario, era in possesso del diploma di ragioniere ed aveva trovato lavoro nelle ferrovie. La mamma, Regina Sivori, casalinga, si è sempre occupata di crescere ed educare i cinque figli. Fu battezzato otto giorni dopo, il 25 dicembre, presso la parrocchia di San Carlo Borromeo, nel quartiere Almagro. Il battesimo fu somministrato da un salesiano lombardo, don Enrico Pozzoli, un “santo”, a detta di Papa Francesco. Dopo Jorge Mario vennero alla luce Oscar Adrian, Alberto Horacio, Marta Regina e Regina Elena, l'unica ancora vivente. L'attuale parroco, Padre Josè Repovz, racconta che dal giorno dell'elezione del Papa, i fedeli sono soliti raccogliersi numerosi in preghiera proprio davanti al fonte battesimale, in questo imitando Papa Bergoglio che prima di salire al soglio pontificio, ogniqualvolta rientrava nella sua parrocchia d'origine, dedicata a Maria Ausiliatrice, dove è presente un'icona della Madonna, benedetta da San Giovanni Bosco, amava sostare in silenzio, pregando, nel punto dove era stato battezzato. In base alle testimonianze, fu lo stesso Pozzoli a consigliare al giovane Jorge Mario di camminare e camminare fino a raggiungere le montagne di Tandil per sollecitare la respirazione e la ventilazione polmonare compromessa da una malattia. E' recente la scoperta, da parte di uno storico, Daniel Vargas, dell'appartamento, un monolocale, dove Bergoglio ha emesso i primi vagiti, a Varela 268, quartiere Flores e non già in via Membrillar 531, indicata dalla maggior parte degli agiografi di Bergoglio.

Desideriamo proporre come lettura natalizia, specie per i bambini, il racconto dello stesso Papa sulla sua infanzia fatto, nei giorni scorsi, ai bambini e ai ragazzi della catechesi di una parrocchia romana, familiare per la sua dinamica a moltissime persone di tutte le classi d'età che hanno effettuato lo stesso percorso. Eccolo:

“Buonasera! Grazie per quest'accoglienza tanto calda. Grazie tante! Voi, per quale squadra tifate? Un po' di tutto, un po' di tutto. Qui ci sono quelli di voi che faranno la Prima Comunione. Sapete? Quest'anno io ho fatto il 70° anniversario della mia Prima Comunione: 70 anni fa io ho fatto la Prima Comunione. Da tempo, eh? Io l'ho fatta l'8 ottobre 1944 – qualcuno di voi era nato, in quel tempo? Ma lo ricordo come fosse oggi. Sono stato preparato per un anno da una suora tanto buona, che si chiamava Dolores. Mi ha insegnato il catechismo. E anche le catechiste, ambedue si chiamavano Alicia. Poi è arrivato il giorno. A quei tempi, tu non potevi, prima della Messa, neppure prendere un po' d'acqua, niente. E' stato Pio XII che ci ha salvato da questa dittatura. E' stato bravo. E tutti noi entravamo in chiesa con le mani incollate, così… (mani giunte, ndr) e cantavamo, un canto che forse voi non conoscete: ‘O santo altare custodito dagli angeli, io vengo a te per la prima volta…’. Ma non dimentico mai questa giornata. E poi nel pomeriggio siamo tornati in chiesa per fare la Cresima: lo stesso giorno. E la Cresima si faceva tutti i bambini in cerchio, nella chiesa – avevano tolto i banchi – e passava il Vescovo e ci dava la Cresima. Non dimentico quella giornata. Sempre. Voi che farete la Prima Comunione, ricordate sempre, per tutta la vita, quella giornata: il primo giorno che Gesù è venuto in noi. Lui viene si fa uno con noi, si fa nostro cibo, nostro nutrimento per darci forza. E anche non dimenticate le catechiste. Sapete che io non le ho mai dimenticate nella mia vita; e quando la suora che mi ha preparato è morta, il 17 ottobre dell'anno 1987, io sono andato lì e sono stato con la sua salma, ho pregato tanto, perché quella suora mi ha avvicinato a Gesù. Non dimenticate i catechisti d'accordo? Non dimenticate la data d'accordo? E ogni anno, nella ricorrenza, andate a fare una bella Confessione e la Comunione d'accordo? Va bene. Grazie. Adesso benedico i 'Bambini Gesù', tutti. Alzate i 'Bambinelli', tutti! Padre, Figlio e Spirito Santo”.

E' un racconto da “Fioretti” di San Francesco che papà e mamme, nonni e nonne, potrebbero leggere ai lori figlioletti e ragazzi, ricco di spunti descritti con estrema semplicità perfettamente adatto all'atmosfera del Natale, improntato come è alla gratitudine e all'attesa di Gesù Bambino.

Da tutta la redazione gli Auguri più sentiti di un Santo Natale ad abbonati, lettori, amici e sostenitori.

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