Il mio nonno paterno aveva, nella baita in montagna, una grossa chiave che apriva una di quelle porte di legno antiche. Era una chiave battuta a mano, di ferro pesante, arzigogolata e consumata dal tempo.
Con il suo modo di fare scherzoso, mi diceva che gliela aveva prestata San Pietro in persona, che era suo amico. Io ci ho sempre creduto.
A volte la prendevo di nascosto e andavo nel prato a guardare il cielo. Provavo ad aprire le nuvole: magari beccavo quella giusta e San Pietro si sarebbe affacciato a salutarmi con la mano.