Da sabato 28 giugno sarà aperto al pubblico il parco Arciducale di Arco, dopo più di due anni di lavori, col consueto orario estivo: tutti i giorni dalle 8 alle 20.
L’Arciducale, testimone di un antico parco che l’arciduca Alberto d’Asburgo aveva voluto attorno alla sua villa a fine Ottocento, è stato oggetto di un importante intervento di restauro e rivalorizzazione del patrimonio botanico e architettonico che ha ottenuto un finanziamento del Pnrr. I lavori, iniziati nell’aprile del 2023, hanno subito un notevole rallentamento dalle difficoltà incontrate con la ditta che ha eseguito i lavori (la durata dell’intervento era prevista in circa un anno). Il parco, dove oggi si trovano, su un’area di circa due ettari, circa 400 diverse specie arboree e arbustive, è gestito dal Comune di Arco assieme al Muse con attività di educazione ambientale rivolte in particolare alle scuole e di monitoraggio dello sviluppo delle piante, con particolare riferimento alle conseguenze del cambiamento climatico.
“Questo intervento è nato come completamento di un primo lotto finito nel 2021 – ha spiegato l’ingegnera Barbara Contessi – quello che ha portato alla realizzazione della struttura coperta coi servizi. Questo secondo intervento ha come cuore la riqualificazione e l’implementazione della parte vegetale e botanica. Le vicende di questo cantiere passano per la pandemia di covid prima e per il Pnrr poi; quest’ultimo prevede una linea di finanziamento dedicata ai parchi e ai giardini storici, dove come richiesta c’è che l’essenziale dei lavori sia la arte botanica, in relazione della quale sono quindi anche tutti gli altri interventi. Come è stato già detto, abbiamo avuto delle grosse difficoltà con la ditta, e se oggi possiamo aprire è grazie a un grande lavoro fatto in particolare dal cantiere comunale. Ringrazio anche le ditte subappaltatrici: gran parte di quello che vediamo è stato fatto da loro”.
“La riqualificazione botanica del parco – ha scritto Costantino Bonomi, responsabile dell’area botanica del Muse- ha arricchito la diversità di specie presenti di circa 200 unità, per un totale di quasi 400 specie, per dare maggiore resilienza al parco seguendo due criteri ispiratori: recuperando piante originariamente presenti nel parco e successivamente scomparse quali camelie, agrumi, pistacchi, palme da dattero, ginkgo e conifere nordamericane come Douglasie e Tuje; e inserendo nuove specie coerenti con la tematizzazione di giardino d’inverno, ovvero specie sempreverdi dalla fioritura invernale quali clivie, piante del tè, nuove palme insolite, felci arboree e nelle nuove serre molte piante delle isole Canarie come la pianta del sangue di drago, e molte specie tropicali come il caffè, il cacao, il mango e le banane”.