A Rovereto sabato 28 giugno sono stati ricordati gli 81 anni dall’uccisione, da parte delle SS, dell’avvocato socialista Angelo Bettini, avvenuta nel 1944.
L’iniziativa è stata organizzata dal Comune di Rovereto, dal Consiglio cittadino dell’Ordine degli Avvocati e dall’ANPI del Trentino nella sala conferenze di Palazzo del Ben.
Il presidente dell’ANPI del Trentino Mario Cossali ha ricostruito quella drammatica giornata del 28 giugno 1944. Le SS tedesche, grazie alle informazioni a loro riportate da una rete di spie fasciste locali al servizio della Gestapo, come il noto Fiore Lutterotti, fin dal primo mattino diedero vita ad una vera e propria retata, che parti da Arco, per proseguire a Riva del Garda e Nago, poi a Rovereto e infine a Trento. Decine le persone arrestate, tutte dichiaratamente antifasciste e vicine attivamente alla Resistenza. Furono sottoposte a brutali interrogatori, autentiche torture, che portarono alcuni al suicidio, come Giannantonio Manci.
A Rovereto l’obiettivo era molto chiaro e drastico. Entrare nello studio dell’avvocato socialista Angelo Bettini e giustiziarlo sul posto. E così fu.
Lo storico Francesco Filippi ha descritto Bettini come “un uomo irriducibile, coraggioso, che incuteva timore così grande e sempre vestito di abiti neri, politicamente sempre contro il vento che soffiava in Italia e in Europa in quei primi decenni del Novecento, una persona da evitare per i suoi ideali alti ma poco condivisi, da non abitarci vicino, stanti le frequenti visite della polizia fascista a casa sua, certamente da non far fidanzare con la propria figlia”.
La cerimonia è proseguita nella stretta che unisce piazza Rosmini con Corso Bettini, dove sopra lo storico portone che porta, oggi come 81 anni fa, allo studio legale di Angelo Bettini, è stata posta una corona d’alloro in suo perenne ricordo.