Lavorerà per 10 mesi insieme a Medici con l’Africa Cuamm, nella la città di Maputo, in Mozambico, la giovane roveretana Silvia Strangis, 27 anni, che giovedì 10 luglio partirà per la sua esperienza di Servizio civile universale, per lavorare all’interno di uno dei progetti attivi sul campo, come project assistant. Alle spalle, ha un percorso di studi in Scienze internazionali e Global Studies, realizzato prima all’Università degli Studi di Trieste, con la triennale, e poi all’Università degli studi di Torino, dove ha conseguito la laurea magistrale.
“È l’occasione di mettere in pratica quello per cui ho studiato. In Mozambico in realtà ci sono già stata, ho vissuto a Maputo per più di un anno, anche se non continuativo. Ci sono stata prima per tre mesi, per un tirocinio in ambasciata con l’Università, e poi sono tornata per un’altra iniziativa, durata 10 mesi. Ma ora, con il Cuamm e il servizio civile, sarà diverso. Finalmente avrò modo di mettermi alla prova sul piano professionale. Anche per questo sento un po’ di pressione, ma cerco di ricordarmi che sto andando per imparare, con molta umiltà. Aiuta il sentimento di familiarità che ho con il Mozambico, avendo trascorso lì tanto tempo dentro di me sento che sto tornando a casa. Sento di conoscere il contesto, la lingua, e sono felice di poter dare continuità a questo percorso”, racconta la giovane prima della sua partenza.
In Mozambico, dove andrà Silvia, Medici con l’Africa Cuamm è presente dal 1978. Oggi sono impegnati nel paese circa 300 operatori, distribuiti in diverse zone e in numerosi progetti nelle province di Sofala, Cabo Delgado, Maputo, Zambesia e Tete, a supporto di 75 strutture sanitarie. A Maputo, nel sud del paese, i medici del Cuamm lavorano per la salute materno-infantile, le cure pediatriche e le malattie croniche nell’Ospedale Generale di Mavalane. Insieme garantiscono assistenza nei centri di salute. A Beira, nel nord, oltre a essere presente in 3 ospedali, dal 2004 il Cuamm collabora anche con l’Università Cattolica del Mozambico per formare i futuri medici nel loro paese natale, inviando medici docenti e raccogliendo fondi per sostenere economicamente gli studenti meritevoli, attraverso borse di studio. In questi anni, sono quasi 500 i medici mozambicani laureatisi a Beira, anche grazie al Cuamm.
Ancora più a nord, al confine con la Tanzania, Medici con l’Africa Cuamm lavora nel distretto di Cabo Delgado, area tristemente nota per l’instabilità e gli scontri dei ribelli. Il numero di sfollati interni ha raggiunto l’allarmante cifra di più di 750.000 persone, su una popolazione di 1,2 milioni di abitanti. Medici con l’Africa Cuamm garantisce interventi di salute materno-infantile e fornisce assistenza medica di base agli sfollati, portando avanti interventi umanitari per la salute mentale e l’assistenza alle vittime di violenza sessuale, offrendo supporto psicologico e servizi a più di 40.000 persone nel 2024. Mentre nell’area di Tete, il lavoro si concentra sull’ambito di salute sessuale-riproduttiva degli adolescenti.