La notte tra il 29 ed il 30 ottobre 2018 accade il finimondo. Un uragano di pioggia e vento si abbatte su un’ampia area del nord est d’Italia. Il Trentino ne è colpito pesantemente. Fortissimi venti di scirocco corrono tra le montagne sfiorando velocità mai registrate alle nostre latitudini. I restringimenti vallivi ne amplificano la forza e la velocità, che supera i 200 chilometri orari. Interi versanti sopravvento vengono sferzati dalle furiose folate, che radono al suolo in pochi istanti intere porzioni di foresta. Alle prime luci dell’alba molti luoghi saranno irriconoscibili. Nel solo Trentino sono stati abbattuti dal vento 7000 ettari di foresta. Gli alberi giacciono a terra gli uni sugli altri: i boschi colpiti non saranno più come prima. L’altopiano di Piné è tra le aree più danneggiate: la pineta di Bedolpian è un cimitero di alberi sradicati, è impossibile anche solo entrarvi, alcune piccole porzioni di bosco, quelle riparate dal vento, rimangono in piedi.
Nei mesi che seguono quella notte, una intensa attività di recupero del legname abbattuto coinvolge l’intera montagna e della pineta rimane solamente una desolata landa arata dai cingoli delle poderose macchine forestali e ammassi di radici divelte. Un luogo caro alla comunità ha cambiato i propri connotati: il campo sportivo di Bedolpian, che porta il nome di “Millepini”, ora appare un anacronistico controsenso. Le amministrazioni locali sono chiamate a ideare interventi di territorializzazione mai immaginati né ipotizzati prima. Un intero ecosistema è andato perduto. Le condizioni di vita delle forme animali e vegetali che si sviluppano in un ambiente forestale non saranno più replicabili in futuro. Il territorio modificato offrirà condizioni di vita ad altre specie viventi, adattate ad ambienti più aridi con vaste aree impenetrabili, ricche di rovi e di altri arbusti pionieri. La ricrescita di una foresta non si misura con l’età degli uomini: è molto più lunga. Con i cambiamenti climatici in atto, quale sarà la popolazione vegetale che prenderà il sopravvento nelle nostre nuove foreste? Dare una risposta non è facile, i boschi che vediamo oggi sono il frutto di decenni di piani forestali di cui sarà necessario riscrivere le scelte per il futuro. Intanto, a sei anni e mezzo dalla tempesta, già qualcosa di nuovo si può vedere.
L’ITINERARIO
lunghezza: 3,5 km – 6,5 km
dislivello: +100 m – +265 m
durata: 1,5 ore – 3,5 ore
La località Bedolpian si trova a Baselga di Pinè, raggiungibile con strada che attraversa la frazione di Ricaldo. Una parte della strada è a senso unico di marcia. Il posteggio è antistante il campo sportivo ed il bar ristorante La Capannina. La passeggiata proposta è un giro ad anello, da seguire in senso orario. Lasciato il posteggio si seguono le indicazioni per il Lago dele Rane. Un cartello del Servizio Foreste e Fauna della PAT illustra i lavori eseguiti per il ripristino della Pineta di Bedolpian. Al bivio si trovano alcuni cartelli con tema la conoscenza del bosco. Si prende la sterrata di destra ed accompagnati da altri cartelli si raggiunge il Lago delle Rane. Continuando per la sterrata, prima in lieve salita e poi in discesa, si giunge ad un incrocio che, preso verso destra conduce, seguendo le indicazioni, ad un panoramico belvedere che domina la Valle di Cembra. Tornati sui nostri passi alla sterrata principale, si prende la sinistra, al bivio ancora a sinistra scendendo nel bel bosco, qui rimasto integro dopo la Tempesta Vaia. Continuando in leggera discesa si aggira il dosso, si esce dal bosco entrando in un’area di ricrescita spontanea della vegetazione post Vaia e si risale in lieve salita, seguendo ora le indicazioni del sentiero SAT 463, fino al posteggio. Per chi volesse partire direttamente dall’abitato di Baselga, lasciata la macchina o scesi dai mezzi pubblici in prosimità della sponda sud del Lago di Serraia, si seguono le indicazioni del sentiero SAT 463, che conducono a Bedolpian. Da qui si segue l’itinerario descritto. Per tornare a Baselga si può seguire a ritroso il sentiero 463, oppure la sterrata che dal bivio con i cartelli illustrativi già incontrati, scende dal versante occidentale del dosso, raggiunge la strada asfaltata che proviene da Bedolpian e ad un tornante, seguendo l’indicazione Giro di Bedolpian, risale brevemente al SAT 463 per poi scendere velocemente in paese.
SPUNTI DI INTERESSE
Vaia Jakobs. È di una signora di Düsseldorf il nome dato alla tempesta Vaia che ha flagellato le nostre montagne. Vi è in Europa una tradizione più che settantennale che prevede la dedica di un nome proprio a cicloni ed anticicloni che si sviluppano sul nostro continente. I nomi vengono scelti dalla Libera Università di Berlino, che li attinge da un elenco che contiene anche nomi richiesti in via onerosa (200-300 €), richieste fatte da chiunque voglia dedicare un evento atmosferico a qualcuno. L’attribuzione è casuale ed avviene prima che l’evento si manifesti: la signora Vaia ha ricevuto in regalo una bella responsabilità.