Una simbolica Porta Santa in alta quota, spalancata sulle Dolomiti di Brenta, forse la più alta del Trentino, ha aperto stamattina in val d’Ambiez il pellegrinaggio di quasi 200 fedeli per il Giubileo dei cacciatori alpini Ad accoglierli l’arcivescovo emerito Luigi Bressan presso l’Edicola del Cacciatore scolpita nel bronzo nel 2002 dal prete artista don Luciano Carnessali. Una celebrazione promossa dall’associazione Ars Venandi insieme a varie realtà di cacciatori e cacciatrici trentine e al Comune di San Lorenzo Dorsino che ha preso il via con un momento penitenziale e l’inno del Giubileo eseguito magistralmente dal coro di San Lorenzo. Poi il simbolico attraversamento della Porta Santa decorata con rami di abete, un gesto che Bressan ha valorizzato nella sua riflessione sul cammino.
“Ogni porta ci invita ad uscire, a percorrere molti sentieri – ha osservato – Non dobbiamo essere distratti e perdere la ricchezza delle proposte che la natura e l’incontro con le persone ci offrono. Il camminare è il modo più lento di viaggiare, ma anche più ricco di riflessione”. Bressan ha invitato a osservare rocce, fauna e flora perché ogni elemento della natura ci offre un messaggio come un dono fatto a noi e all umanità. “Il nostro procedere – ha concluso – sarà responsabile, fruttuoso e sempre sostenibile”.
Ben coordinata da Marco Zeni per Ars Venandi, la giornata è proseguita con il saluto della sindaca di san Lorenzo Dorsino Ilaria Rigotti, che ha visto in questo “momento spirituale vissuto in questo anfiteatro naturale” un incoraggiamento a quanti vivono e valorizzano una corretta cultura della montagna. Tra le altre autorità intervenuto anche Sandro Flaim presidente di Uncza, la realtà nazionale dei cacciatori della zona alpina che ha insistito sulla spirituali, anche laica, che punta su valori indicati da papa Francesco nel lanciare il Giubileo. “Siamo camminatori silenziosi”, ha aggiunto con una riflessione pronunciata quassù da Mario Rigoni Sterne e poi condivisa da don Vittorio Cristelli, come ha ricordato nel suo intervento il nostro direttore Diego Andreatta. Dopo il pranzo alpino presso l’accogliente rifugio al Cacciatore anche un apprezzato fuoriprogramma canoro con le voci di alcuni coristi della Sat.
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