A Mori, l’integrazione passa dall’oratorio

A Mori l’integrazione passa anche attraverso l’oratorio. La struttura di via Battisti sarà il fulcro della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, organizzata per domenica 18 gennaio dall’Arcidiocesi di Trento, dall’Opera diocesana per la pastorale missionaria e pastorale delle migrazioni e dai decanati di Mori, in collaborazione con Rovereto, Ala e Villa Lagarina.

All’oratorio, dalle 15, si svolgerà il banchetto etnico per tutti i partecipanti alla sfilata, con danze e musica. Questa non è l’unica occasione in cui persone di origine straniera vengono ospitate sotto il tetto dell’edificio a pochi passi dalla chiesa di S. Stefano. D’estate tanti bambini con genitori di culture diverse trascorrono i pomeriggi al Grest, mentre i più grandicelli tutti i pomeriggi dell’anno tirano calci al pallone nel vicino campetto sintetico. Recentemente l’oratorio ha aperto le sue porte anche alle mamme marocchine che insegnano la lingua natia ai loro figli e alle donne dell’Est che, finito il loro lavoro di cura con gli anziani, la domenica pomeriggio si trovano in una saletta per socializzare.

“In generale qui c’è una buona disposizione all’accoglienza”, afferma il decano don Tarcisio Guarnieri. “Certo, anche tra i credenti si trova chi, nonostante le buone devozioni consumate in chiesa, poi ostacola l’integrazione”. A pochi giorni dalla strage nel giornale satirico parigino “Charlie Hebdo”, con l’innalzamento dello scontro culturale e religioso che ne è seguito, la Giornata del migrante e del rifugiato diventa un’occasione di confronto ancora più preziosa.

La Vallagarina, inoltre, da mesi ormai è in prima linea per l’accoglienza dei richiedenti asilo, ospitati ancora a decine nel campo della protezione civile in attesa dei documenti per il soggiorno. “Come decanato ci siamo mossi per offrire ospitalità e pensare a un percorso di dialogo con i ragazzi di Marco, che domenica saranno presenti alla festa”, continua il religioso.

Nei suoi sei anni alla guida della comunità di fedeli moriani, don Tarcisio ha visto aumentare la presenza degli stranieri, anche se, dati alla mano, nel corso del 2014 questo incremento si è arrestato, con ogni probabilità per colpa della crisi. Al momento all’anagrafe di Mori sono registrati 863 residenti con cittadinanza non italiana, circa il 9% del totale. A Brentonico questa percentuale scende al 7,5% (gli stranieri sono 302 contro i 305 del 2013), mentre a Ronzo-Chienis sono 55, il 5% del totale. “Ci sono segni vistosi di una cultura che poco alla volta si sta rinnovando”, prosegue il parroco di Mori. “La Caritas è la realtà che più spesso viene a contatto con queste diversità e con i loro bisogni”.

Per organizzare l’evento di domenica diversi gruppi parrocchiali si sono rimboccati le maniche, aiutati da alcuni stranieri. “Si è creata una bella atmosfera, siamo fiduciosi per la partecipazione”, dice Pierino Martinelli, membro del consiglio pastorale decanale. L’appuntamento è alle 14 in piazza Cal di Ponte con i discorsi delle autorità e alcuni momenti di folklore. Il corteo si dirigerà verso la chiesa arcipretale dove l’arcivescovo mons. Bressan celebrerà la messa, con letture in swahili e polacco, mentre in contemporanea inizierà il banchetto all’oratorio.

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