Consegnata la petizione “per una scuola reale”

La consegna della petizione al presidente Kaswalder. Foto Ufficio stampa del Consiglio provinciale di Trento

È stata consegnata nella mattinata di oggi al presidente del Consiglio provinciale di Trento Walter Kaswalder la petizione “A favore di una scuola reale, sottoscritta da più di 6000 cittadini trentini.

La petizione, promossa da un gruppo di genitori, insegnanti e rappresentanti del mondo civile, si focalizza sul futuro della scuola alla luce degli stravolgimenti degli ultimi mesi, dovuti all’emergenza sanitaria.

“Cosa vogliamo trasmettere ai nostri bambini e ragazzi? Su quali principi e con quali basi vogliamo riaccogliere, riaprire ed incontrare nuovamente i nostri giovani?”, si chiedono i promotori, che denunciano un’esasperazione del concetto di “paura” da parte delle istituzioni nell’affrontare i provvedimenti legati all’istruzione. “Dobbiamo rimettere la pedagogia al centro dei nostri pensieri insieme all’educazione civica, alla formazione completa dei cittadini di domani”, afferma ancora la petizione, criticando le modalità della Didattica a distanza e della gestione degli spazi scolastici: “Possiamo progettare una didattica che coinvolga maggiormente gli spazi all’aperto. Il denaro può essere investito nella scuola per ripensare gli spazi, non solo per investire nella tecnologia”.

“Meno mascherine e più contatto umano” è il concetto di base della proposta, che sottolinea come la scuola sia “incontro, relazione, umanità” e non lesina critiche al concetto di distanziamento sociale, che secondo la petizione “i bambini, i ragazzi e i giovani non conoscono e non dovrebbero conoscere” in quanto “innaturale”.

Infine la richiesta alle istituzioni di instaurare un tavolo di lavoro, che coinvolga il comitato stesso ed esperti in pedagogia, per “pensare in maniera coraggiosa al futuro della scuola: una scuola che trasmetta valori umani, conoscenze, rispetto per la natura. Una scuola che investa sul territorio e sulla nuova generazione. Chiediamo come insegnanti, come genitori, come costruttori del mondo di domani, di poter continuare a donare speranza e coraggio ai nostri ragazzi, perché questo è l’unico modo in cui riusciamo a guardare al futuro”.

 

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